martedì 1 dicembre 2009

n.a.m._natale a milano_soooo pop!

nella mia famiglia uno degli avvenimenti irrinunciabili di questo periodo dell'anno è la christmas fair della all saints' anglican church di via solferino. è a tutti gli effetti una fiera e non un mercatino, dato che questi fedeli protestanti, che paiono – davvero – presi di peso da un episodio dell'Ispettore Barnaby, riescono, nei pochissimi metri quadri della loro chiesa (sì, la cosa avviene proprio nella chiesa, vissuta come spazio multifunzionale senza troppe concessioni a sacralità fumiganti di incenso), a restituire l'aura di un Natale a nord, animato da uno spirito di servizio molto giulivo. nella chiesa condotta da father nigel – che a un certo punto, sabato scorso, ha fatto il suo ingresso sotto un cappello da santa claus ornato di lucine intermittenti – echeggiano sovente tonanti risate, e i fedeli volontari non mostrano alcun imbarazzo mentre servono ai propri banchetti, chi adorno di corna d'alce, chi con una bella ghirlanda sulla testa. è il caso, quest'ultimo, della signora in maglione rosso della foto, che oltre a vendere un'accozzaglia del più disparato ciarpame a cifre folli è l'autrice delle migliori marmellate e dei migliori chutney che si possano mangiare. per non parlare dei biscotti di tutti i gusti e dell'eccellente plum cake. mentre sostavamo davanti al banchetto dei dolci è arrivata lei in persona, gli occhi un po' lagrimosi e l'andatura lievemente malferma, a consigliarci le prugne sotto grappa e la gelatina di mele al brandy – che le avesse, giustamente e professionalmente, appena assaggiate? di tanto in tanto un centenne collocato all'ingresso chiamava con una voce tremula, che riusciva tuttavia a sovrastare le carole di sottofondo, un paio di numeri della lotteria, i cui premi in palio erano esclusivamente bottiglie di liquore.
c'era pure il banco del caffè irlandese, di cui soprattutto le signore si servivano largamente, con effetto positivo su un'atmosfera già effervescente.
e insomma c'erano la lotteria, il banchetto delle grandi cianfrusaglie, i giocattoli, i vestiti vintage e un'amplissima zona dedicata ai libri: libri in esposizione, libri nei cartoni, libri nei pressi dell'altare, libri usati, consumati, sfogliatissimi, dai volumoni rilegati di dan brown all'oxford book of quotations ultraliso, libri che si potevano immaginare nello zaino di qualche backpacker, o sul comodino di qualche expat di passaggio nella penisola. libri con le pagine fruste e macchiate di caffè, in corrispondenza perfetta con un ideale divano vecchiotto ma comodissimo, araldo intramontabile dell'auspicabile cosiness del lettore.

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