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lunedì 14 settembre 2009
trendsetting 9_la classe non è acqua

martedì 9 giugno 2009
forever young / lo stile pinketts

forse non molti sanno che pinketts si può incontrare spesso, molto spesso di giovedì, al “sud” di via solferino 33, a milano, dove di volta in volta presenta il libro di qualche amico (giovedì scorso c’era raul montanari con la nuova edizione di Che cosa hai fatto, due giovedì fa c’era lello gurrado con Assassinio in libreria).
io vorrei raccomandare, ai maschi di una certa età che usano le giacche – giacche un po’ sciolte, di lino o di cotone – lo stile di pinketts. che consiste nell’indossare, a complemento, appunto, di giacche e camicie preferibilmente mal stirate, un girocollo di vago sapore etnico, composto di grosse perle bianche o lignee, talora in coppia con un altro girocollo più sottile di perline colorate. ecco, quei due accessori al collo di un uomo (con tutto il rispetto) un po’ appassito ripristinano immediatamente, sia pure temporaneamente, un’impressione di giovinezza; rimandano a una mancata assunzione di responsabilità, all’assenza di figli e di snervanti spese all’esselunga. in più, ma questa non è caratteristica replicabile, pinketts dispone di un modo di parlare e di un tono di voce da vero coatto, quello che ti aspetteresti, non so, da un fabri fibra o da un marracash.
pinketts non ha un ufficio stampa, perciò può accadere che ti telefoni direttamente per invitarti a qualche sua cosa (e quel “ciaosonoandrea” è direttamente riconducibile, in versione meneghina e fatte le debite differenze, al piottesco supercafone che impazzava nelle radio sul finire degli anni novanta. quando ho sentito quella voce non credevo alle mie orecchie, poi mi sono ricordata che l’opera di un autore va sempre distinta dalla sua biografia).
per concludere, aggiungo che lo stile pinketts, per sua natura appannaggio prevalentente maschile, può adattarsi con profitto anche all’abbigliamento femminile. desidero segnalare che l’anno scorso, per tutta la durata della mia vacanza riminese, adottai un girocollo di perline di legno di media grandezza, pertanto mi autoattribuisco il distintivo di signora precursore dello stile pinketts.
p.s.: p.p. (pittoresco pinketts) è persona assai generosa. capace di accettare su due piedi l’invito ad andare a parlare in una classe di seconda media, senza alcun “ritorno d’immagine” né, men che meno, alcun compenso. cheers
mercoledì 25 febbraio 2009
trendsetting 7 - teste calde e begli insulti

immagine courtesy www.3bscientific.it
venerdì 16 gennaio 2009
il ritratto della gioventù

immagine di miss marple courtesy www.sherlockmagazine.it
immagine del modellino da qualche sito di moda
martedì 4 novembre 2008
trendsetting 5 - insulti d'epoca

"povero scemo foderato di autentico porco".
fonte: Tullio Murri, Galera, Soc. An. "Modernissima", Milano 1930, p. 10.
giovedì 18 settembre 2008
CULTure - tough men read proust

sabato 30 agosto 2008
trendsetting 4 – umberto galimberti

l'immagine di umberto galimberti è courtesy www.zam.it.
mercoledì 30 luglio 2008
trendsetting 3 - la città dei due mari




taranto, città dei due mari, dell’ilva e delle morti sul lavoro (per incidenti e per incidenza. di cancro ai polmoni), è una città di media grandezza, funestata nel tempo da una serie di sindaci inadeguati o sindachesse malfattrici. il suo museo archeologico nazionale è stato ristrutturato e riordinato nel 2007 (secondo me benissimo, e meriterebbe più visitatori oltre alle scolaresche) e custodisce la memoria di noi magnogreci, che dimostriamo un attaccamento alla tradizione tanto profondo quanto inconsueto nei suoi aggiornamenti: al cimitero di taranto mi è capitato di assistere all’inserimento, nella bara di un morto giovane, del suo corredo funerario. non un’anfora greca dal collo cinto di alloro, a simboleggiare la vittoria contro la morte, ma un telefono cellulare con tanto di scatola (non si sa mai, per eventuali cambi, avranno pensato gli affranti epperò previdentissimi congiunti – non sono riuscita a verificare la presenza dello scontrino). taranto è piena di assenze – gente emigrata perlopiù a bologna e milano, ma non mancano qualche stilista di vaglia direttore artistico di givenchy – riccardo tisci – e l'esimio fotografo dei divi pino settanni, residente a roma. per non parlare di nico pillinini, lo sceriffo della vignetta (che però forse abita ancora a taranto, indagherò). di francesco grant e dei suoi energipsy, della scrittrice anna russo, che abitano a roma pure loro. e qui mi fermo.
tra i residenti, il villeggiante dovrà assolutamente mettersi alla ricerca di ciccio de mitri, fabbricante di statuette dedicate ai santi (in primis san cataldo, patrono della città, seguito dalla coppia san cosma + san damiano) e ai riti tarantini più importanti, quelli della pasqua: ciccio fabbrica delle deliziose miniprocessioni complete di madonne, penitenti (detti perdoni) e lucine, sistemate su piattaforme di legno rettangolari. le sue figurine, in particolare i santi, sono glassate come i taralli di pasqua, che a taranto sono ricoperti di un lucido strato di zucchero candido. e questo per quanto riguarda i più anziani custodi della tradizione.
decisamente più giovane è zakalicious, un reggae man locale che non canta in inglese ma in un tarantino pieno di schwa, trasudante cemento, birra raffo e cozze arraganate. zakalicious (a.k.a. salvatore friuli) ambienta le sue storie al quartiere salinella, una zona di taranto particolarmente degradata, restituendoci indimenticabili ritratti di energiche signore tarantine: non può mancare nelle playlist più trendy il suo “grazie ma’” (si può scaricare sulla sua pagina myspace; chi avesse bisogno di una traduzione può scrivere a chi scrive). all’accademia del gioco dimenticato suggerisco di mettersi in contatto con zakalicious per farsi raccontare in cosa consiste “u’ spezzidde”, passatempo da lui citato nella suddetta canzone.
taranto è percorsa da una doppia vena di tranquilla bonomia (esclusi i semafori: all’apparire del verde il tarantino medio perde la testa e suona nervosamente il clacson a quello davanti) e di piacevole follia. lungo il litorale tarantino, d’estate, colonie di cittadini si cullano nella dolce vita, mentre le piccole lumache dal guscio bianco, le “cozze nude”, si moltiplicano sugli sterpi giallognoli al tramonto. accorrete numerosi.
giovedì 8 maggio 2008
trendsetting 2 - one month to live

un paio di giorni fa ho ricevuto un pacchetto da houston, texas. avevo richiesto a kerry e chris shook, i promotori dell’iniziativa one month to live, il braccialetto che sul loro sito promettono di inviare gratuitamente a chi ne faccia richiesta. kerry e chris shook hanno accompagnato il braccialetto (bellissimo, di gomma verde, con la scritta “live with no regrets”) con una lettera di congratulazioni e le indicazioni per la sfida di trenta giorni da vivere come se fossero gli ultimi – one month to live, appunto (anche il loro libro si chiama così). il punto uno dice: “ogni giorno chiediti cosa faresti se avessi solo un mese da vivere, poi vivi di conseguenza”. il punto tre: “indossa il braccialetto one month to live come promemoria e per far sapere agli altri che stai vivendo la sfida”.
io l’ho indossato. secondo me fa un trendy di pazzi e poi s’intona pure col gaviscon advance. mi mancano ventotto giorni alla fine.
mercoledì 30 aprile 2008
trendsetting - contro il logorio della vita moderna

il gaviscon advance è un recente aggiornamento del cynar. è comodissimo, solipsistico quanto il cynar era orientato alla condivisione, veramente trendy. le bustine di gaviscon sono snelle, di un verde freddissimo che richiama l'aroma menta promesso sulla confezione; contengono tutto il necessario per proteggere lo stomaco del libero professionista editoriale gastritico, reflussico, ipocondriaco.
ringrazio per l'ippocratico suggerimento quella indomita trendsetter della mia medichessa di base: succhiando discretamente la bustina sul tram numero due ho fatto un figurone.
anni fa la moda editoriale prescriveva – per significare lo stress e allo stesso tempo evidenziare l'abnegazione del professionista, il quale rimaneva al suo posto nonostante l'acuta pirosi gastrica – di tenere sul tavolo una bottiglia di maalox, come quella che campeggiava sulla scrivania di stefano piantini, lo svagato, pornolalico, esilarante editore incaricato prima di electa e poi di skira.
cose di cui si parla:
cynar,
gaviscon advance,
maalox,
pirosi gastrica,
stefano piantini,
trendsetting
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