sulle tracce di dylan thomas, in compagnia di un traduttore amatoriale del gallese e di due riluttanti ragazze da istruire, la notte tra il 23 e il 24 dicembre ho imboccato la via da bristol a mumbles (però guidava il traduttore, ché io non sono capace). usciti dalla motorway e tagliando swansea, la via per mumbles è tutta una teoria di casette tutte, ma proprio tutte, decorate con trine di lucette natalizie, alti abeti, cristalli di ghiaccio e pupazzi di neve. la tides reach guest house è una dimora vittoriana nella zona balneare di mumbles, nel galles meridionale, che mary, un'anziana vichinga che supera il metro e ottanta, e suo marito lin (sono fidanzati da trentadue anni) conducono con grazia. di fronte al tides si può osservare, vicinissima, la marea che avanza e si ritira. i breakfast di mary e lin sono superlativi: una menzione d'onore va al caffè, squisito, e alle uova, cotte al punto in cui devono essere cotte. mary, un'ex antiquaria che si diletta di collezionare quilt (mi ha mostrato alcune sorprendenti coperte amish confezionate interamente a mano), ci ha organizzato una visita alla casa natale di dylan thomas, a swansea, al 5 di cwmdonkin drive.
annie haden, adepta di thomas e attuale proprietaria dell'edificio edoardiano, l'ha comprata e restaurata; le stanze si possono anche affittare per dormirci. annie prepara personalmente un superbo ginger ale, che ci serve nel salotto di dylan prima di offrirci tè e biscotti al burro. mentre restaurava la casa annie ha disseminato qua e là, nei punti più impensati, versi e citazioni da thomas, che spetta agli ospiti della casa individuare. nel corso della nostra conversazione dipinge il padre del sommo poeta, david john, come un uomo rigido ed egoista. sentirlo citare più volte come d.j. thomas produce sulle mie orecchie fuorviate un effetto assai singolare: il mio pensiero corre, che dio mi perdoni, a francesco facchinetti o a dj angelo.
e insomma annie ci racconta che il poeta non è troppo considerato nella sua città natale, dove molti lo ricordano più per le sue intemperanze alcoliche che per i suoi versi. mentre la visita volge al termine le cose si fanno decisamente serie: archiviato il tè, annie riempie i nostri bicchieri di una robusta dose di whisky mac, vale a dire ginger ale con aggiunta di molto, molto whisky: delizioso, aromatico, inebriante. ci congediamo, non prima di aver ascoltato l'inno gallese su un vecchio grammofono, ciò che conferisce alla nostra uscita un che di trionfale.
con tutto quel whisky mac in corpo siamo molto più che allegri, così ci rechiamo – prudentemente a piedi – nel centro di swansea, per un po' di christmas flavor. sulla via di casa rinfocoliamo l'ebbrezza prenatalizia con una sosta al white rose, pub dove dobbiamo fendere una folla di teste ornate di corna di renna e cappelli natalizi di varia foggia per degustare un'eccellente birra di cardiff, sponsor della nazionale di rugby e dotata dell'affascinante titolo "brains"– molto opportuno, data la natura culturale della nostra missione nel galles del sud. e questa è stata la mia christmas eve a mumbles, wales.
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