sabato 27 febbraio 2010
vota ardemia
amicizie virili
mcdl_aggiornamento
quarto stato in monodose
mercoledì 24 febbraio 2010
me emma, you jane
martedì 23 febbraio 2010
ma non era new orleans
nel pomeriggio di sabato le mie letture sono state interrotte da una serie di urla scomposte provenienti da via zuretti, milano. qualche manciata di facinorosi con travestimenti carnevaleschi è passata in corteo sotto casa mia producendo un chiasso indistinto e molto fastidioso. apprendo che si tratta di un corteo multirazziale in vista dello sciopero dei migranti del prossimo primo marzo: mi pare che i partecipanti fossero in maggioranza italiani – quel genere di afflitti da senso di colpa postcolonialista. non poteva mancare, per infiammare gli animi, la menzione di abdoul guiebre, il ragazzo ucciso proprio in via zuretti un paio di anni fa da un paio di baristi decerebrati, e il cui destino pare quello di sgangherato simbolo di fumose istanze egualitarie. non ho ben capito cosa sia e a cosa miri questo sciopero dei migranti. intanto, se i migranti stanno migrando, è ben difficile che possano partecipare a uno sciopero; quelli che sono già migrati probabilmente il primo marzo lavoreranno, poiché il primo interesse di chi migra è di conquistare una solida posizione per sé e per i propri figli (non per niente i figli di solerti portinai della sierra leone e di pulitori filippini fanno passi scolastici da gigante, altro che i nostri figli pallidi e sazi). in ogni caso, che tristezza e che tritezza questi animatori di cortei: cantano male e ballano peggio. un corteo è un atto di comunicazione, e come tale dovrebbe essere allestito con un minimo di professionalità, sennò non comunica un tubo, al massimo è autoreferenziale. "bastardi fascisti" oppure "siamo tutti negri" sono espressioni che lasciano il tempo che trovano: per favore, organizzatori, dedicate un po' più di tempo alle prove.
venerdì 19 febbraio 2010
comunicazione di servizio_mcdl
martedì 16 febbraio 2010
febbraio gattaio
martini è francesca martini, il nostro sottosegretario alla salute. quella che si riporta è un pezzo della dichiarazione rilasciata dopo che il sadico gastronomo della "prova del cuoco" ha a sua volta dichiarato di aver cucinato e mangiato gatti in valdarno. che abbia ragione lei?
mostri, ma non troppo
quel 12% mi rassicura.
lunedì 15 febbraio 2010
stilos
domenica 14 febbraio 2010
de consolatione literaturae_sins of commission
domenica 7 febbraio 2010
fratelli
obituaries_ordinary people
Condomini, Amministratore e custode di piazza Gozzano 15/15 bis commossi ricordano la signora
Celeste Levi
Torino, 5 febbraio 2010
la perfetta democrazia sarà raggiunta quando, nel prossimo obituary, scriveranno "custode" con la maiuscola.
giovedì 4 febbraio 2010
le caprette gli fanno ciao
dove si accerta
mercoledì 3 febbraio 2010
cose turche
Sono stata un’adolescente molto stupida. I miei amici e io vivevamo in piazza Garibaldi, nell’avita città che mi diede i natali. Ci eravamo trasferiti là dopo essere stati cacciati, forse per motivi di ordine pubblico, da piazza della Vittoria, giusto al di là della galleria, perché (si era a metà degli anni settanta del secolo scorso) esisteva uno schieramento manicheo, da una parte quelli che venivano definiti fascisti, dall’altra i comunisti, i piccoli drogati, la gente in cerca di qualche cosa; e poiché le provocazioni di entrambe le fazioni erano all’ordine del giorno, spesso volavano mazzate.
In piazza facevamo la spola tra il muretto, che era il nostro divano, e il Gran Bar Colizzi, che ora non è più. Al bar trovavamo un cameriere segaligno, scuro di capelli e di pelle, afflitto da quell’atteggiamento tutto tarantino che sta tra il cinismo, il disincanto e la rassegnazione. Nulla ci diceva mai, quel mescitore dallo sguardo torvo. Il suo contrappunto, un cameriere dalla faccia larga, ci serviva d’inverno grandi bicchieri di latte caldo e vov, quell’ambrosia allo zabaione che solo uno stolto può non adorare; fu proprio questo cameriere a informarmi che per il raffreddore nulla è più efficace delle tre elle: latte, letto e lana. Volevamo vivere da un’altra parte, perciò, quando per strada qualcuno ci chiedeva un’indicazione, rispondevamo: “Non so, non sono di Istanbul”. Nella piazza suonavamo la chitarra, cantavamo e stavamo in mezzo a coetanei che si drogavano seriamente. La piazza raccoglieva un microcosmo assai miscellaneo ed era, per me, una favolosa passerella sulla quale sperimentare mises inedite: fece molto scalpore una lunga redingote nera che si allacciava con una teoria di piccolissimi bottoni dello stesso colore, portata su un paio di calzoni a sbuffo rosa shocking, che avevo convinto mia nonna, brava sarta innamorata della sobrietà, a confezionarmi nonostante tutto. Completavano l’abbigliamento un paio di stivali di cuoio grasso, bellissimi, provenienti dal Brasile: al tempo non esistevano ancora gli abatini dell’equo/eco/animal-solidale che avrebbero potuto contestare la mia scelta – il cuoio era proprio cuoio, altro che ecopelle, e mio padre aveva comprato quegli stivali da qualche artigiano locale a un prezzo ridicolo. All’epoca le ragazze indossavano volentieri, a mo’ di abiti, anche candide camicie da notte, che il canone prescriveva corredate di zoccoli di legno. Ma io, che mi ribellavo pure ai ribelli, agli zoccoli preferivo i miei stivalacci.
signore fuori linea
martedì 2 febbraio 2010
lunedì 1 febbraio 2010
obituaries_pucci e mitzi
La mia cara amica
Mitzi Boidi Sotis
sarà sempre nel mio cuore. Pucci
- Torino, 29 gennaio 2010
vota domenico
domenico zambetti è un signore di una certa età che, pur essendo assessore all'artigianato e servizi della regione lombardia, si fa chiamare solo domenico. ha un sito internet molto disinvolto, dove la sua faccia, così come sul suo manifesto elettorale (quello che pubblico è affisso nel mezzanino della metropolitana di loreto), è wahrolianamente replicata in più colori. suo compagno di candidatura per il popolo della libertà sarebbe dovuto essere gianni prosperini, che però è impossibilitato a competere perché la libertà l’ha persa, dato che attualmente dimora in galera. dalla sua biografia, che si intitola Io, Domenico, apprendiamo che “Zambetti è esperto in materia di gas tossici e autore del manuale Guida alla conoscenza e all'uso dei gas tossici, edito da Assoservizi e pubblicato nel 1995. Nel 2009 il manuale è stato aggiornato e ristampato”. ma, scusate, perché uno dovrebbe usare i gas tossici, se sono tossici? quello del libro di zambetti mi pare un titolo inappropriato. per mantenere il contatto con i suoi fans domenico utiizza una serie di imperativi esortativi: “ricevi la newsletter di domenico”; “sostieni domenico”; “vai a trovare domenico su facebook”. certo che domenico è decisamente iperattivo: sta su facebook, poi tutti i venerdì alle 19 si racconta a cesare cadeo su telenova in una trasmissione che si intitola A tu per tu (ma cosa avrà da raccontare tutti i venerdì?); è anche interattivo, poiché sul suo sito c’è scritto che se tu scrivi domenico risponde. lo slogan di domenico è “coloriamo la lombardia”. però, se la lombardia la vuole colorare con quelle tinte acide, hai voglia. e comunque i colori che gli ha messo addosso il copy male si attagliano allo stile di questo signore in doppiopetto e calvizie, somigliante più a qualche notabile meridionale che a marilyn monroe.