mi chiedo se gli ominidi che nella notte tra il 29 e il 30 maggio hanno conciato malamente s.t., un postadolescente romano omosessuale, abbiano mai letto, dalla Filosofia nel boudoir di donatien alphonse françois de sade (oggi è il compleanno dell'autore, che nasceva il 2 giugno di 270 anni fa), il brano che segue, uno stralcio della conversazione tra il cavaliere e madame de saint-ange, che chiede a suo fratello notizie dettagliate su dolmancé: "Il cavaliere: Non ti nasconderò certo i miei capricci con lui: hai troppo spirito per biasimarli. In realtà, a me piacciono le donne, e non mi lascio andare a questi gusti bizzarri che quando un uomo me lo chiede. Non c'è niente che non faccia, in questo caso. Non ho certo quel ridicolo sussiego che fa credere ai giovani vanesii che bisogna rispondere a colpi di bastone a proposte del genere: l'uomo è forse padrone dei suoi gusti? Bisogna compiangere chi ne ha di particolari, ma non certo insultarlo: la sua è una colpa della natura; non è più responsabile di arrivare nel mondo con dei gusti differenti, di quanto lo siamo noi di nascere storpi o ben fatti. Vi dice forse qualcosa di sgradevole un uomo che vi dimostra il desiderio di godere con voi? No di certo; è un complimento che vi fa; perché dunque rispondere con ingiurie o insulti? Solo gli imbecilli possono pensare così; mai un uomo ragionevole parlerà di queste cose in modo diverso da come ho fatto io, ma il fatto è che il mondo è pieno di imbecilli ... Madame de Saint-Ange: Ah, amico mio, dammi un bacio! Non saresti mio fratello se pensassi diversamente. Ma dammi i particolari, ti scongiuro, sul fisico di quest'uomo e sui piaceri che si è preso con te. Il cavaliere: M. Dolmancé aveva saputo da un mio amico di quel superbo membro che tu sai che posseggo e si è fatto invitare a cena con me dal marchese di V ... Una volta là, bisognò bene che esibissi quel che portavo; sembrava dapprima che l'incentivo fosse la curiosità; l'offerta di un bel culo e la preghiera di approfittarne mi fecero capire che solo il desiderio aveva avuto parte a quest'esame. Feci presente a Dolmancé la difficoltà dell'impresa; non fu per nulla spaventato. ...".
la prima volta che mi imbattei in uno scritto di de sade fu a casa di mia nonna (ancora mi chiedo come vi fosse arrivato: era nascosto tra le cose delle mie giovani zie, che senz'altro lo consideravano un libro pornografico). ero in giovane età e allora facevo senz'altro caso più alle parole "membro" e "culo" che non all'impianto generale dello scritto. mi piace pensare che quel libro, lungi dall'avermi scioccata, sia stato una parte del contributo che i libri hanno dato alla mia pratica del libero pensiero. d'altra parte il saggio de sade così lo introduce: "La madre ne prescriverà la lettura alla figlia".
alla domanda iniziale sugli ominidi mi rispondo "no".
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