sono stata invitata in qualità di giurata a un concorso su venezia, indetto a conclusione di una gita di istruzione di terza media. alla classe era stata richiesta un'opera dell'ingegno in ambito letterario o figurativo (fotografie, dipinti, disegni). il mio co-giurato per la parte immagine era l'eccellente andrea battaglini, burbero benefico figlio di un libraio e fotografatore di città di libri sul genere di hay-on-wye. la scuola, grazie all'impegno di bravi professori, aveva fatto le cose in grande: premi di partecipazione per tutti, libri in quantità ai vincitori, grande aula allestita con tutti i lavori degli ados, come dicono i nostri cugini d'oltralpe. c'era persino lo sponsor, dato che il padre di uno dei ragazzi lavora in banca e ha fatto in modo che la scuola ricevesse un contributo di ben cinquecento euros. incaricata, come dicevo poc'anzi, di valutare i racconti, ho trovato una cornucopia di sorprese: ragazzi (maschi) che hanno tratteggiato con delicatezza l'amore romantico; invenzione di personaggi – ad esempio uno scrittore/giornalista dall'altissimo senso etico che muore dopo aver adempiuto il suo compito di libero informatore; gondole che si trasformano in astronavi in fuga, guidate da contemporanei arlecchini e colombine (" da una casa esce Colombina, vestita di tulle e pizzi come una principessa: è bellissima e Arlecchino la accoglie sulla gondola con amore e entusiasmo") alla ricerca di nuovi mondi, via da una macchia nera che ha rovinato la laguna; relazioni contrastate tra amanti di diversa classe sociale; il tradimento della fiducia lavato solo con la morte, a rivelare un potente desiderio di sentimenti puri. ha vinto il ragazzo della gondola che si trasforma in astronave, una pagina scarsa di racconto intitolato semplicemente Una storia a Venezia, puro rodari, con la gondola che mi ha ricordato Il filobus numero 75, quello dotato di vita propria del ragionier giulio bollati. mi è molto piaciuto trovarmi di fronte a questi adolescenti che ascoltavano, attentissimi, giudizi e indicazioni sulle loro storie, dopo essersi molto impegnati per scriverle. god bless.
suggerirei al ministro gelmini di concentrarsi su qualche buona lettura, magari uno di questi racconti, invece che scervellarsi su come rosicare qualche giorno alla scuola per promuovere il turismo.
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