nell’ambito dei
litblog, si sa, il re dei decaloghi è giulio mozzi, il quale non si dorrà se ne
pubblica uno pure cose da libri.
tanto più che il decalogo non è prodotto da chi scrive bensì dall’affabile
moony witcher, al secolo roberta rizzo, compagna di molte letture della ex
bambina adolescentina.
abbiamo
trascorso parecchie belle serate in compagnia di nina nobili, la bambina della
sesta luna.
moony witcher
propone sul suo sito una serie di snelli corsi di scrittura online per bambini,
ragazzi e adulti: tre livelli della durata di un mese ciascuno a costi
ragionevolissimi, eccellenti per un’infarinatura e per cominciare a vedere
l’effetto che fa.
in occasione
dell’uscita di Nina e il Numero Aureo, nell’ottobre appena scorso, moony/roberta ha redatto le
dieci regole per scrivere un romanzo fantasy (chi volesse leggere il testo
completo può vederlo qui), introducendole così:
Scrivere un romanzo fantasy che contenga novità non significa inventarsi banali magie, parlare di folletti, gnomi, fate, elfi o draghi ma ideare un mondo con regole e logiche che reggano l’intero racconto. Scrivere un romanzo fantasy significa studiare e leggere molto.È immaginare ciò che gli altri non sanno.La difficoltà è rendere credibile un’avventura incredibile e unica.
la regola numero
4 recita così:
Il bene e il maleCreazione dei personaggi negativi e positivi, ovvero coloro che aiuteranno il protagonista e naturalmente quelli che lo contrasteranno. Il bene e il male stanno alla base di ogni storia fantasy.
e quella
numero 8 così:
Il finaleConsiglio di scrivere già il finale, ovvero come intendi concludere il romanzo.Infatti decidere come termina la storia è importante per capire il senso che vuoidare e come iniziarla.
moony, al di
là del suo editore, fa un ottimo lavoro di autopromozione, sul suo sito, su
facebook, su twitter. e poi va nelle scuole, nei centri commerciali nelle
biblioteche, negli ospedali, da autentica knowledge disseminator. e, sì, a cose
da libri è simpatica da
morire.
1 commento:
Che meraviglia: questa è positività pura.
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