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domenica 8 novembre 2009

dio è nei dettagli

al biffi in galleria, a milano, hanno mangiato papa (non ratzinger, ma hemingway) e papi (non eddie guerrero, ma il presidente del consiglio). ieri ci ho mangiato pure io. il risotto fumo e champagne era delizioso, ma quale non è stata la mia delusione nel constatare che le frites del mio commensale erano state prese da un sacchetto di patate surgelate dell'esselunga se non peggio.
due cose sono certe:
1. se paghi 106 euro per un paio di risotti e una cotoletta con le frites hai tutto il diritto di pretendere che queste ultime, da crude, siano state tagliate a una a una da una signora addetta.

2. quando siamo usciti dal biffi il locale non era stato transennato da un cordone di carabinieri e polizia per ragioni di sicurezza. ciò mi ha dato la possibilità, dopo il raffinatissimo risotto, di ripassare rapidamente sulle labbra il mio chanel rosso fuoco al riparo dai giornalisti.

giovedì 18 giugno 2009

i'm your papi_in memoria di eddie

c'è stato un tempo felice in cui eddie "latino heat" guerrero, che dio l'abbia in gloria, prima dei combattimenti faceva il suo ingresso trionfale a bordo di una macchina cafonissima, che lui faceva sobbalzare saltandoci dentro con aria sorniona, e la folla andava in delirio e gridava ritmicamente il suo nome. questo d'artagnan della wwe, con l'auto in luogo del ronzino giallastro, indossava in parecchie occasioni una maglietta nera con una scritta il cui intento era quello di sottolineare la sua superiorità di lottatore. eddie si produceva in gioiosi frog splash, per eseguire i quali saliva su uno dei quattro pali che delimitano il ring e si lanciava a corpo aperto sull'avversario, atterrandolo. intratteneva relazioni con mamacitas della sua generazione. era negli stati uniti, è stato fino al 2005, l'anno in cui ha lasciato questa terra. l'ho adorato e lo adoro, e mi secca parecchio sentire che di questi tempi è in auge la parola "papi" per descrivere le imprese di un settantenne con qualche tendenza alla pedofilia e di un certo numero di lolite un po' cresciute, accompagnate da finte annemagnani col book delle figlie nella borsetta.

disheveled mid-summer party

nel mio quartiere, si sa, risiede la crème de la crème degli intellettuali milanesi. all’esselunga di via cagliero, oltre che rosita celentano, si incontra spesso paolo limiti con la vecchia madre, e persino la mia portinaia è un po’ come bessarione, nel senso che non la vedi mai senza un libro in mano (il prode ruggero, suo marito, no: lui più che alla letteratura indulge – ma con misura – alla bottiglia). e in questo nostro marais solo un po’ meno affascinante di quello parigino si tengono party, incontri, feste di ogni genere. come quella che c’è stata a casa mia ieri sera, invitato d’onore un iconografo di vaglia, nonché appassionato di lirica e di vini bianchi nordici (insomma, una sorta di uomo ideale – nel corso della serata, noi già un po’ alticci, ho appreso che sa anche appendere un lampadario). quest’uomo, oltre ai già elencati pregi, somiglia in maniera impressionante a tom cruise giovane (ma il tempo, con lui, è stato lieve). e ancora, last but not least, è il titolare maschile del gran ciambellanato dei disheveled (vedi post del 24 settembre, 7 ottobre 2008, 2 e 11 febbraio 2009). veste panni ampi, camicie di lino, sandali vagamente frateschi, è titolare di un’eleganza un po’ blasée e soprattutto ha una collezione di strepitosi pantaloni da pigiama comprati da oviesse, che indossa per uscire. siamo entrambi cultori di Dallas, indossiamo anelli gemelli con incise le cifre dei nostri nomi e parliamo anche di cose assai profonde. l’unica cosa di cui non mi capacito è il biasimo misto a un leggero compatimento che leggo nel suo sguardo quando attacco a parlargli della mia passione di sempre, il wrestling.