mercoledì 26 maggio 2010

il nostro bisogno di consolazione

l'uomo di spalle è distinto e ben vestito (indossa la canonica giacca beige richiesta dalla stagione). fuma la pipa, passeggia con calma in via torino. è fermo, molto appropriately, davanti al negozio di pipe "al pascià" (forse ha in animo di cambiare la sua). sulla camicia, davanti, l'uomo porta attaccato un cartello in formato a4 sul quale è scritto: "vuoi ascoltare un messaggio di felicità? chiedi".
io dovevo entrare in una riunione di lì a poco, altrimenti un messaggio di felicità l'avrei chiesto senz'altro, all'inusuale gentiluomo.

"Il mondo è dunque più forte di me. Al suo potere non ho altro da opporre che me stesso – il che, d’altra parte non è poco. Finché infatti non mi lascio sopraffare, sono anch’io una potenza. E la mia potenza è temibile finché ho il potere delle mie parole da opporre a quello del mondo, perché chi costruisce prigioni s’esprime meno bene di chi costruisce la libertà". 
Stig Dagerman, Il nostro bisogno di consolazione, Iperborea, Milano 1991.

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