Gabriele Picco, Il coltello nell'acqua, 2007-2008 |
Così dà conto l'artista Gabriele Picco della sua genesi creativa (e perdoniamogli la parola "fruibili": " Mi guardo intorno, ascolto le persone, leggo e penso molto, ma lo faccio spontaneamente; poi improvvisamente da una riflessione o da un particolare nasce un’idea importante; tengo sempre con me blocchetto e biro perché in fondo sono i soggetti a scegliere te e non il contrario, dunque bisogna sempre farsi trovare pronti; molto di quello che faccio parte dall’istinto, senza nessun tipo di progettualità. La fase razionale mi serve in un secondo momento per ordinare le idee, renderle più fruibili. Ed è la fase del lavoro più duro". A destra, una sorta di mobile con bottiglia di Perrier, l'unica acqua che si possa bere (con l'Evian, forse).
4 commenti:
divertente!
questi artisti... sarebbe meglio non parlassero. Anna
colgo una nota polemica? non ti piace gabriele picco? ritieni che molta dell'arte contemporanea sia monnezza?
aa
Beccata... :-) Anna
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