“sento di funzionare come un’ambulanza, che interviene dove
c’è stato un incidente. sono incapace di fare qualunque cosa se non sento un
senso di urgenza.”
mounir fatmi
mounir fatmi è nato a tangeri nel 1970, nei pressi di un
mercato delle pulci, casabarata, dove ha comprato la sua prima yashica. sempre
a casabarata, ci dice il testo di lillian davies a introduzione della
monografia di prossima pubblicazione sull’artista, ha luogo l’incontro di fatmi
con il rinascimento italiano: una copiaccia della
gioconda, collocata a testa in giù, nelle poco rinascimentali
fauci di una pecora, che andava tentando di mangiarsela. in un’intervista
concessa nell’aprile di quest’anno l’artista dichiarerà che “non c’è un’unica
storia dell’arte”, ma piuttosto “la storia dell’oggetto originale e delle sue
copie”.
il volume, parte di una collana di arte contemporanea curata
da brahim alaoui, ex direttore dell’institut du monde arabe di parigi, in
edizione bilingue inglese/francese, è in preparazione presso skira editore, che
ne ha affidato l’editing a faccio testo. la selezione delle immagini è
totalmente arbitraria, l’unico filo conduttore essendo la presenza di libri
nelle opere che pubblichiamo.
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dalla mostra "attempt to exhaust an african place", santa monica art center, barcellona, 2008 |
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a sinistra: connections - the three books, series cominciata nel 2006; a destra: connection 02: the language, 2003–2009 |
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french theory, 2010 |
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connections, serie cominciata nel 2006 |
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evolution or death, 2004. si notino andré gide, les caves du vatican, 1914, e guy de maupassant, boule de suif, 1880. |
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save manhattan 01, 2004. pubblicata dopo l'11 settembre 2001 |
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