Colum McCann, La sua danza. è la storia romanzata di rudolf nureyev e sul tram numero due la legge una signora incolore, banalissima d’aspetto, che reca con sé una serie di borse malamente assortite: queste ultime, però, se si tiene conto di certe affermazioni di flaubert, potrebbero contenere culturali meraviglie. ecco cosa dice gustave in una delle sue lettere a louise colet (30 agosto 1846): “[…] Bisogna avere l’ossessione dell’eccentricità per scoprirla in me, in me che conduco la vita più borghese e ignorata della terra. Morirò nel mio angolo senza che si possa, spero, rimproverarmi né una cattiva azione né una brutta frase, perché non mi occupo degli altri e non farò nulla perché si occupino di me. […] Ma al di sotto di questa [vita] ce n’è un’altra, segreta, tutta radiosa e illuminata per me solo”.
una ragazza molto pallida, con la testa trafitta da uno spillone da acconciatura (lo giuro), legge Il sangue nero del vampiro, di Valerie Stivers, dal quale si distrae solo di tanto in tanto per trafficare con il suo ipod. accanto le legge una fanciulla dall’aspetto fragile e afflitta da una brutta tosse, che tiene aperto (lo giuro) La signora dalle camelie di Alexandre Dumas: ha tutta l’aria di una che potrebbe morire da un momento all’altro per un’appassionante, ottocentesca flussione di petto. accanto a me una ragazza legge intenta uno smilzo Ernesto Che Guevara, Latinoamericana Feltrinelli. sui capelli porta un baschetto (lo giuro: solo che il suo baschetto è celeste mélange, da femmina, non come quello sciantoso e sciupafemmine del che). il tram numero due, stamattina, è denso di correspondances.
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