lunedì 31 gennaio 2011

fascismi, nazismi, esotismi

Sabato scorso, sulla 7, ho assistito alla replica di Ausmerzen, di Marco Paolini, in cui l'autore-attore descrive, carte alla mano, la nascita in Germania dell'eugenetica – il sogno della purificazione del sangue di una nazione intera concretamente sostenuto dalla nozione dell'inutilità di sfamare le bocche di gente inutile al progresso del paese. I prodromi del nazismo, ha spiegato, cominciano a manifestarsi mentre le città d'Europa prendono a scintillare di belle époque, al tempo in cui, tra l'altro, si costruisce la Tour Eiffel e nei pressi dell'Esposizione Universale si allestiscono recinti nei quali sono rinchiusi, per la curiosità dei convenuti, umani di paesi lontani. E siccome tutto si tiene, mentre domenica pomeriggio sfogliavo il Diario di Jules Renard (meglio conosciuto come l'autore di Pel di carota), mi sono imbattuta nella seguente nota, datata 19 settembre 1895: "Ieri, all'Esposizione, siamo andati a veder i negri del Sudan. Un odore di insetti schiacciati. Donne che portano sulle spalle i loro bambini con la testa ciondolante. Qualche donna macina un pugno di miglio dentro una ciotola. Una, bella, pulisce il suo bambino, e mostra intanto le sue belle cosce brune, piacevoli, tentatrici. Un bambino si tuffa, in un laghetto verdastro che farebbe schifo anche alle anatre, raccoglie il soldo che gli è stato gettato e se lo mette in bocca.
Cuciono senza ditale, usando le spine invece degli aghi.
Qualcuno ha la testa intelligente, ma la maggior parte ha una espressione infantile. Appena sono arrivato, sento nella folla qualcuno che mi fa solletico alla pancia: è un bambino negro che bacia il mio gilè e dice: "Soldo! Soldo!". Gli do un soldo, e lui lo bacia. Alcune donne giovani buttano baci con la punta delle dita in cambio di un soldo. Vengono a toccarci con curiosità le barbe, e le loro mani ci passano davanti al viso come ali di pipistrelli. Le loro case sono uguali a quelle che noi facevamo da bambini. I seni delle donne hanno la forma di grossi soffietti per la polvere insetticida".
Jules Renard, Per non scrivere un romanzo - Diario 1887-1910, Serra e Riva Editori, Milano 1980

Fin qui nazismi ed esotismi. Di fascismi, invece, parla la storia che Guido Vergani narra nell'aletta di copertina del libro, raccontandoci che suo padre Orio, licenziato nel 1943 dal "Corriere della Sera" per non aver voluto aderire alla Repubblica di Salò, intraprende la traduzione dei diari di Renard per ricominciare a lavorare e a vivere. Il volume sarà pubblicato poco dopo la Liberazione, nel giugno del 1945.

Bonus
Il 1895 è anche l'anno del primo processo a Oscar Wilde, del quale Renard scrive:

13 aprile
Nel processo di Oscar Wilde una cosa ancor più comica che l'indignazione di tutta l'Inghilterra è l'atteggiamento di pudore offeso di certi francesi che noi conosciamo molto bene.

6 dicembre
Firmerò anch'io la domanda di grazia per Oscar Wilde, a condizione che egli dia la sua parola d'onore di non scrivere più.

Leggere il diario di Renard, se ne trovate una copia in giro, sarà senz'altro cosa dilettosa. Si può leggere in ordine cronologico o a balzi, secondo il gusto dell'autore, maestro della phrase courte: "E' più bello scrivere a piccoli scatti, su cento soggetti che sorgono all'improvviso, sbriciolando, per così dire, il proprio pensiero. Così, nulla è sforzato, e tutto conserva il fascino delle cose non premeditate  e naturali. Non è necessario provocare. Basta attendere".
Un autentico blogger nato nel 1864.




immagine courtesy simonamaggiorelli.wordpress

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