domenica 28 ottobre 2012

domeniche gotiche_dove horace incontra george

sono quelle domeniche come questa, lievemente inzuppate nel jetlag, quando al breakfast segue un second breakfast, sempre a base di caffè e biscotti al pomposo aroma di fave di cacao. si fa una sosta davanti alla finestra,

ciò che si vede dal soggiorno di aa
contenti di sperimentare quella minuscola canon che amazon ci ha portato a domicilio per pochi euro, ma che ha ben sedici megapixel, qualunque cosa questo voglia dire.
e mentre si lavora al testo di un amico, che è sempre una cosa bella perché poi, finito l'editing, non si consegnerà semplicemente il file ma se ne discuterà a cena, tra una notizia personale e l'altra, in quell'appagantissima miscela di cui è fatta la libera professione editoriale, nel corso della quale può capitare che mentre si legge per lavoro si tenda ogni tanto il naso al sugo che cuoce, e che brucerebbe se non si fosse trasportato dalla cucina alla scrivania il provvidenzialissimo maiale contaminuti.


maiale antincendio
perché poi l'autunno milanese c'è solo a milano, e invita al gotico, incidentalmente attuale argomento di studio dell'adolescentina, che alle mie spalle legge walpole sul kindle.


horace walpole (1717-1797)

"Horace Walpole (1717-1797), figlio del più noto statista Robert Walpole, si è meritato una poco lusinghiera fama di ozioso dilettante. Favorito dal destino per situazione economica e sociale, si dedicò solo alle proprie passioni: il collezionismo, l'antiquariato, la realizzazione di una casa a Richmond, Strawberry Hill, che è un castellino tutto falso gotico e vero kitsch. Letterato a tempo perso, scrisse, oltre al citato The Castle of Otranto una tragedia mai rappresentata su una passione incestuosa (The Mysterious Mother, 1768), due discorsi sulla pittura inglese e sui giardini e lettere bellissime.
Sempre come dilettante aveva anche organizzato una piccola tipografia a Strawberry Hill (1757), che chiamò Officina Arbuteana; il primo testo colà stampato è Odes di Thomas Gray. Si dice vestisse quasi sempre color lavanda, con fibbie dorate sulle scarpe e cravatte di pizzo. Non era semplicemente alto, bensì lungo ed eccessivamente magro, in particolare le mani, di un pallore innaturale. Di Horace Walpole si innamorò perdutamente Marie Anne de Vichy Charmond, marchesa du Deffand, la M.me du Deffand dei salotti illuministi parigini, quando lei aveva già sessantotto anni e Walpole quarantotto."

(il testo è tratto da qui.)

ah, l'ozioso dilettante! e il castellino, il color lavanda, il senile amore di madame du deffand! e la domenica gotica nel nuovo appartamento che ancora non finisce di stupirci, vissuta da una della camere con vista. 
what else?


5 commenti:

paolo f ha detto...

mi piace quando si scrivono le cose in sintonia (vedi un mio post che ho riproposto il 22 ottobre).

(modestamente, io e clooney siamo coetanei, ma lui ha i capelli più grigi dei miei.)

aa ha detto...

lo giuro, paolo: non ho copiato. anche perché il tuo post, che ho letto or ora, è decisamente meno impressionistico e più fondato e razionale del mio :-)

io non so se ho i capelli meno grigi di george, perché me li pitturo e ormai non capisco pù niente.

kalz ha detto...

Per adesso io ho solo i baffi brizzolati. Vale lo stesso?

aa ha detto...

vale tutto: finora abbiamo uno scrittore meno grigio di clooney, uno scrittore con i baffi brizzolati e un'editor con la chioma pitturata. ci sono altre tricodiversità che vogliono manifestarsi?

pa ha detto...

io, grafica, ho qualche capello bianco, e faccio shampoo riflessante, spaziando dal castano dorato a quello ramato.
quando li farò crescere, farò i colpi di luce.