domenica 24 giugno 2012

milano si riscopre buddista, ma incertamente arancione

 
premessa: mi è perfettamente indifferente che il dalai lama abbia o non abbia le chiavi della città di milano, sia o non sia cittadino milanese. noto tuttavia che la pezza che giuliano pisapia pubblica sul suo profilo facebook per giustificare il mancato adempimento della sua promessa:

“Sono molto lieto che, come già previsto, il Dalai Lama venga martedì a Palazzo Marino per un incontro con il Sindaco di Milano. Mi fa ancora più piacere che, oggi, mi abbia confermato la sua disponibilità a parlare nell’aula del Consiglio comunale, come mai accaduto in passato.
Sono certo che la forza di un messaggio di pace, di libertà e non violenza, trasmesso da una grande autorità spirituale, potrà superare ogni polemica.
Lavoriamo insieme per ridurre le distanze, per gettare ponti di amicizia, di cooperazione e libertà tra tutti i popoli.”

ha scatenato una ridda di commenti che inducono a chiedersi quanti siano i buddisti milanesi. in schiacciante maggioranza i commentatori danno addosso al malcapitato avvocato. in particolare, ho trovato molto calzante il commento di una signora anna manin:

di' qualcosa di sinistra, giuliano. questa dichiarazione puzza. ai tuoi ustascia che sostengono che la politica è arte di mediazione o opportunità ricordo che lo stalinismo non ha più molto senso ai tempi di internet, dove chi vuole manifestare dissenso ha molti strumenti per farlo. difese o giustificazioni motivate dal grande gioco degli interessi planetari suonano grotteschi. milano deve ritrovare orgoglio di grande città, non trasformarsi in uno strapaese che si bea di festicciole di quartiere.”

sono molto d’accordo su milano strapaese: dove si è mai visto l’assessore alla cultura di una grande città che scrive su facebook, come fa stefano boeri, dichiarazioni adolescenziali come:

“Partito alla grande Chorus City! Al Castello, all'Ottagono, alla Gam, alla Gellarie d'Italia, alla Chiesa di San Vito al Giambellino, al tempio Civico di San Sebastiano, al teatro Puccini, alla Chiesa Evangelica Valdese... ovunque voci piene forti che riempioni i cuori e gli spazi. Evviva!” [scusate i refusi, sono dello svagato copywriter di boeri]

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