Comincia oggi la rubrica aperiodica sul pane che avevamo annunciato il 1° giugno: andiamo in Sicilia.
Una fetta di
sole
Marina Caccialanza
Scuro, dorato,
dolce e saporito; sprigiona aroma di orzo e di mandorle. Deve la sua crosta
spessa e croccante e la sua mollica morbida e alveolata al lievito naturale.
È il pane di Castelvetrano, una delizia che da secoli completa la tavola
dei siciliani che hanno la fortuna di assaporarlo.
Tra le meraviglie della ricchezza
gastronomica italiana – oltre trecento tipi diversi di pane –, il pane di
Castelvetrano è unico nel suo genere. Deve il suo sapore particolare ai due
tipi di farina di grano duro impiegati per la sua produzione: la russulidda e la tumminìa, varietà autoctone cresciute sotto il sole della Sicilia, e all’uso del
lievito naturale e del sale delle saline di Trapani. Cotto nel forno a legna
alimentato con rami di olivo che ne esalta l’aroma di cereali, si presenta in
grosse pagnotte da un chilo da affettare e conservare per diversi giorni.
Il pane di Castelvetrano* |
*immagine courtesy saperisapori.it
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