Sai che a me questa iniziativa mi fa storcere un po' la bocca? Pur avendo letto attentamente il post e le centinaia di commenti con le risposte di Giulio Mozzi, continua a parermi una mossa un po' strana. Ecco, dico strana. Fare un libro col in copertina il proprio nome e dentro i ricordi ok, le frasi, degli altri. Sono sempre pronto a ricredermi.
ma no, per i commenti non c'è bisogno dell'editor. si può usare un registro "non editato", sennò la vita diventa un inferno e diventiamo schiavi dell'autocontrollo. a proposito del libro dei ricordi d'infanzia: una cosa che mi viene da dire è che in questi caso mozzi è più curatore che autore e il suo nome in copertina (se comparirà, non so quale formula sarà adottata dall'eventuale editore) servirà a dichiarare che l'idea è stata sua. quali sono le tue perplessità, quelle che ti fanno storcere la bocca?
Se fosse una raccolta di racconti, di pensieri, di ricordi, ognuno dichiarato proprietà della tal persona, con nome e cognome dell'autore nella stessa pagina del ricordo, non avrei da ridire. Ma evidentemente questa sarebbe una formula poco appetibile. Chissenefrega dei ricordi di chi non si sa. L'idea di farne un magma, di dare vita a una sorta di personaggio che vive mille universi, fa sì che la "proprietà" non diventa più distinguibile passando di fatto dai singoli, magari titati nelle ultime 3 pagine del testo in un'infinita lista di nomi anonimi, a Giulio Mozzi. I lettori leggeranno e penseranno: Uh, vattelappesca di chi saranno tutti questi bei ricordi che hanno dato vita al nuovo libro di Mozzi. Ecco, questo non mi piace molto. Tutto sta a vedere come sarà realizzato. Per ora storco la bocca e pure il naso, va. :)
Matteo, credo che il mio articolo sia piuttosto chiaro. La mia sensazione è che per rendere "di tutti" questi ricordi sia necessario farli diventare "di nessuno". Credo che servirà anche un certo quale "anonimato stilistico": per questo ho dato sommarie ma (spero) chiare indicazioni di scrittura, ed eventualmente riscriverò quel che c'è da riscrivere. Peraltro, pensa che "La finestra sul cortile", sceneggiatura di John Michael Hayes da un racconto di Cornell Woolrich, fotografia di Robert Burks, Montaggio di George Tomasini, Musiche di Franz Waxman, Scenografia di HalPereira e J. McMillan Johnson, Sam Corner e Ray Mayer, costumi di Edith Head, eccetera, passa per essere un film di Alfred Hitchcock. Ovvero: il mio nome sul frontespizio sarà tanto più giustificato quanto più il lavoro da me fatto sui ricordi (a parte l'aver avuta l'idea, ecc.) ne farà altra cosa rispetto a ciò che ciascuno di essi è. Se io mi limitassi a pubblicarli tali e quali, in un ordine non "studiato" (a es.: alfabetico dell'autore), è chiaro che nel frontespizio si potrebbe mettere al massimo "a cura di".
Giulio, il tuo articolo è chiaro. Non credo di aver scritto il contrario. Anzi, invidio la tua chiarezza, davvero. Le mie perplessità non devono la propria esistenza a una comprensione parziale della tua iniziativa, ma all'iniziativa stessa. "Priverai" gli aspiranti partecipanti dei loro intimi ricordi, e immagino anche dello stile col quale li hanno trascritti. Perché li trasformerai. Non saranno più quelli e non saranno più riconoscibili. E costruirai un libro con un materiale che appartiene ad altri, consapevoli certo. Quello che mi fa storcere naso e bocca è proprio la trasformazione che questo materiale subirà, perdendo di vista dove finisce il loro e inizia il tuo. Anzi, soltanto dove finisce il loro, perché il tuo sarà chiaro a chiunque. Sarà il libro stesso. Ci sarà molto lavoro da fare per strutturare il magma in un composto accattivante, e questo lavoro dovrai farlo tu. Ma il materiale che plasmerai non proviene dalla tua fantasia, ma dalla vita degli altri. Gli altri chi? Non si saprà. Cosa appartiene a chi? Non si saprà nulla di tutto questo, se non che Giulio Mozzi ha raccolto i ricordi delle persone e ne ha fatto un libro. Queste sono le mie perplessità. Non sono intervenuto sul tuo blog perché ritengo che le mie perplessità non contino granché nelle decisioni dei professionisti che scrivono e producono libri.
(Ho scritto un intervento; ho creduto di pubblicarlo; non lo vedo; provo a riscrivere).
Matteo, srivi: "il materiale che plasmerai non proviene dalla tua fantasia, ma dalla vita degli altri. Gli altri chi? Non si saprà". Nel mio articolo c'è scritto: "Nel libro i ricordi saranno numerati e anonimi. Alla fine del libro metterò l’elenco dei nomi con i numeri dei ricordi".
Sul merito: - hai mai visto una fotografia di Robert Doisneau? - hai mai letto un romanzo di Nanni Balestrini? - hai mai visto il documentario di Alina Marazzi "Un'ora sola ti vorrei"?
LA PAGINA FACEBOOK DI ANNA ALBANO DEDICATA ALL'EDITING
Everybody needs an editor
gli illustratini di "cose da libri"
concepite al tavolino di un bar da anna albano, che fa l'editor, e raffaella valsecchi, che fa l'illustratrice. cercate "le perline" tra i post, prelevate e gustate
Matteo Grimaldi, "La vita delle cose che amiamo"
è arrivato il terzo grano di editoria illustrata gratuita di "cose da libri"
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cosa è un marchio? una marca, un brand? ce lo spiega attraverso più di cento esempi illustrati un noto designer milanese.
editor indipendente e traduttrice, anna albano lavora in ambito editoriale dal 1990. è titolare del microservice editoriale "faccio testo". lavora con gli autori che desiderano migliorare i loro manoscritti per presentarli agli editori. opera sull'equilibrio complessivo della struttura, sull'efficacia di ogni parte del testo, tagliando e riscrivendo di concerto con l'autore dove è necessario.
scrive principalmente sul tram numero due, dove elabora tra l'altro i brani dedicati ai lettori itineranti che pubblica su questo blog.
è l'autrice di "milano città di libri - guida alle librerie e ai librai indipendenti di milano", pubblicata nel 2010 per i tipi di nda press, nonché di una serie di apprezzate quarte di copertina.
7 commenti:
Sai che a me questa iniziativa mi fa storcere un po' la bocca? Pur avendo letto attentamente il post e le centinaia di commenti con le risposte di Giulio Mozzi, continua a parermi una mossa un po' strana. Ecco, dico strana. Fare un libro col in copertina il proprio nome e dentro i ricordi ok, le frasi, degli altri. Sono sempre pronto a ricredermi.
(Cercasi urgentemente editor per poter lasciare, in futuro, commenti dignitosi.)
ma no, per i commenti non c'è bisogno dell'editor. si può usare un registro "non editato", sennò la vita diventa un inferno e diventiamo schiavi dell'autocontrollo.
a proposito del libro dei ricordi d'infanzia: una cosa che mi viene da dire è che in questi caso mozzi è più curatore che autore e il suo nome in copertina (se comparirà, non so quale formula sarà adottata dall'eventuale editore) servirà a dichiarare che l'idea è stata sua. quali sono le tue perplessità, quelle che ti fanno storcere la bocca?
Se fosse una raccolta di racconti, di pensieri, di ricordi, ognuno dichiarato proprietà della tal persona, con nome e cognome dell'autore nella stessa pagina del ricordo, non avrei da ridire. Ma evidentemente questa sarebbe una formula poco appetibile. Chissenefrega dei ricordi di chi non si sa. L'idea di farne un magma, di dare vita a una sorta di personaggio che vive mille universi, fa sì che la "proprietà" non diventa più distinguibile passando di fatto dai singoli, magari titati nelle ultime 3 pagine del testo in un'infinita lista di nomi anonimi, a Giulio Mozzi. I lettori leggeranno e penseranno: Uh, vattelappesca di chi saranno tutti questi bei ricordi che hanno dato vita al nuovo libro di Mozzi. Ecco, questo non mi piace molto. Tutto sta a vedere come sarà realizzato. Per ora storco la bocca e pure il naso, va. :)
Matteo, credo che il mio articolo sia piuttosto chiaro. La mia sensazione è che per rendere "di tutti" questi ricordi sia necessario farli diventare "di nessuno". Credo che servirà anche un certo quale "anonimato stilistico": per questo ho dato sommarie ma (spero) chiare indicazioni di scrittura, ed eventualmente riscriverò quel che c'è da riscrivere.
Peraltro, pensa che "La finestra sul cortile", sceneggiatura di John Michael Hayes da un racconto di Cornell Woolrich, fotografia di Robert Burks, Montaggio di George Tomasini, Musiche di Franz Waxman, Scenografia di HalPereira e J. McMillan Johnson, Sam Corner e Ray Mayer, costumi di Edith Head, eccetera, passa per essere un film di Alfred Hitchcock.
Ovvero: il mio nome sul frontespizio sarà tanto più giustificato quanto più il lavoro da me fatto sui ricordi (a parte l'aver avuta l'idea, ecc.) ne farà altra cosa rispetto a ciò che ciascuno di essi è.
Se io mi limitassi a pubblicarli tali e quali, in un ordine non "studiato" (a es.: alfabetico dell'autore), è chiaro che nel frontespizio si potrebbe mettere al massimo "a cura di".
Giulio, il tuo articolo è chiaro. Non credo di aver scritto il contrario. Anzi, invidio la tua chiarezza, davvero. Le mie perplessità non devono la propria esistenza a una comprensione parziale della tua iniziativa, ma all'iniziativa stessa.
"Priverai" gli aspiranti partecipanti dei loro intimi ricordi, e immagino anche dello stile col quale li hanno trascritti. Perché li trasformerai. Non saranno più quelli e non saranno più riconoscibili. E costruirai un libro con un materiale che appartiene ad altri, consapevoli certo. Quello che mi fa storcere naso e bocca è proprio la trasformazione che questo materiale subirà, perdendo di vista dove finisce il loro e inizia il tuo. Anzi, soltanto dove finisce il loro, perché il tuo sarà chiaro a chiunque. Sarà il libro stesso. Ci sarà molto lavoro da fare per strutturare il magma in un composto accattivante, e questo lavoro dovrai farlo tu. Ma il materiale che plasmerai non proviene dalla tua fantasia, ma dalla vita degli altri. Gli altri chi? Non si saprà. Cosa appartiene a chi? Non si saprà nulla di tutto questo, se non che Giulio Mozzi ha raccolto i ricordi delle persone e ne ha fatto un libro. Queste sono le mie perplessità. Non sono intervenuto sul tuo blog perché ritengo che le mie perplessità non contino granché nelle decisioni dei professionisti che scrivono e producono libri.
(Ho scritto un intervento; ho creduto di pubblicarlo; non lo vedo; provo a riscrivere).
Matteo, srivi: "il materiale che plasmerai non proviene dalla tua fantasia, ma dalla vita degli altri. Gli altri chi? Non si saprà". Nel mio articolo c'è scritto: "Nel libro i ricordi saranno numerati e anonimi. Alla fine del libro metterò l’elenco dei nomi con i numeri dei ricordi".
Sul merito:
- hai mai visto una fotografia di Robert Doisneau?
- hai mai letto un romanzo di Nanni Balestrini?
- hai mai visto il documentario di Alina Marazzi "Un'ora sola ti vorrei"?
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