scrittrice rosa
con qualche pretesa strombazza su facebook:
una seguace
preocupata:
“ma fermati un attimo! nelle ultime foto hai l'aria parecchio stanca, Un abbraccio!”
scrittrice
rosa con qualche pretesa:
“nome, noi scrittori umilmente abbiamo accettato di fare una piccola maratona di lettura nella città ferita dal terremoto. doveroso rispondere “sì” non credi?”
mi
ricordo di aver letto proprio ieri una frase dell’impareggiabile editor del “New
Yorker” Gardner Botsford:
“Si può capire se si è in presenza di un cattivo scrittore prima di aver letto una singola parola del suo manoscritto se quello usa l’espressione ‘noi scrittori’”.
4 commenti:
perché si accetta "umilmente" e poi "doverosamente" si dice di sì?
mah, basterebbe un po'di leggerezza...
noi scrittori ci sentiamo così necessari, ah ah!
bentornata aa, ho sentito la tua mancanza.
Marcello Fois dice che quello dello scrittore è un mestiere per acclamazione. Sono gli altri a doverti dire che lo sei. Io sono molto d'accordo.
così io, amico mio.
L'espressione "noi scrittori" l'ho incontrata spesso negli ultimi dodici anni, e, riflettendo, mi rendo conto che l'ho trovata soprattutto su internet. La Rete è stata un terreno di coltura formidabile per questo fenomeno, e secondo me ha giocato un ruolo nella deriva della letteratura (alta o bassa - o media - che fosse).
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