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alcuni librai indipendenti milanesi hanno lanciato un appello (si deve dire, nel consueto registro vagamente lagnoso) a sostenere giuliano pisapia (un pochino intempestivo, a dire il vero, visto che il ballottaggio finisce domani: ma si sa, i librai di milano sono sempre un pochino lenti), qui.
la mia domanda è: come mai alcuni librai indipendenti di milano si riuniscono attorno alla possibile elezione di giuliano pisapia? forse che il candidato sindaco possiede il potere taumaturgico di risvegliare gli spiriti e di trasformare il libro "diventato pura merce" in un'angelica entità che fluttua al di sopra delle regole del marketing? e, soprattutto, di imprimere una svolta decisiva in un ambito in cui ciascuno, fino a ieri, a fare gruppo non ci pensava per nulla e badava di brutto al proprio orticello? dispiace osservare come alcuni si affrettino in maniera un po' sospetta a fare lobby: di fatto, se ci fosse stata volontà di fare impresa culturale su progetti comuni, se si fosse voluto dispiegare passione e creatività (tanto per impiegare due abusatissimi termini), se ci fossero state le IDEE, tutto sarebbe potuto cominciare anche sotto la giunta moratti.
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