Anselm Kiefer. Immagine courtesy guardian.co.uk |
Non è necessario cambiare ambiente per cambiare sé stessi. Chi ritiene che in un luogo diverso sarebbe automaticamente diverso, si illude: Corea o Bali – ci si ritrova sempre solo con sé stessi. C’è una differenza tra Händel e Bach. Bach era sempre e soltanto nella sua chiesa di Lipsia, non viaggiava mai. Händel era cosmopolita. Di chi è la musica migliore? Non è importante dove ci si trovi. Se ci si vuole trasformare, si va dove c’è il meno possibile.
Christian Kaemmerling, Peter Pursche, “Nachts fahre ich mit dem Fahrrad von Bild zu Bild”, intervista ad Anselm Kiefer, in "Süddeutsche Zeitung, Magazin", n. 46, 16 novembre 1990, pp. 24-30.
5 commenti:
grazie
stai pensando a qualche cambiamento?
Guarda poi come vanno le cose. Chi se n'è rimasto all'organo della sua chiesa ha composto le piu' grandi fughe che si possano raccontare.
(Se é lecito un commento. "Non è necessario cambiare", ci mancherebbe altro: pero' cambiare mette una distanza, e la distanza puo' essere utile a capire)
è vero, renato. credo che, in termini più ristretti e banali, sia anche il senso della "vacanza", di una sorta di vuoto/distanza collocato tra due periodi che, sì, può essere utile a capire (se uno si astiene dal riempire il vuoto, naturalmente). meraviglioso, l'ossimoro bachiano.
Condivido al 100%. Si può scappare da tutto, ma non da se stessi.
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