lunedì 31 maggio 2010

non aprite quella porta

come si può evincere da una serie di indizi, chi scrive è una persona molto interessata alle librerie e ai librai, tanto da aver imbastito un libro su quelli di milano. durante l'indagine propedeutica alla confezione dell'aureo libretto, e anche a posteriori, parecchi sono stati i tipi umani nei quali l'osservatrice si è imbattuta. non tutti i librai sono tipi innamorati del loro lavoro, dei libri, della gente che li compra. non in tutti la peculiarità del prodotto che vendono fa discendere un'inclinazione alla diffusione delle idee. alcuni, au contraire – senza scomodare indebitamente dickens e il suo scrooge – somigliano a certi loschi figuri in cui ci si potrebbe imbattere nel corso di una passeggiata a diagon alley, in un film di harry potter. magari uno di quei goblin della gringott bank con le mani adunche, le unghie giallastre e lo sguardo non proprio limpido. è questa l'agghiacciante sensazione che si prova varcando la soglia del trovalibro, in viale montenero a milano. il libraio renato non accoglie. il libraio renato respinge. il libraio renato è forse untuoso con qualche cliente promettente, ma è sprovvisto di un animo gentile. il suo sorriso da alligatore ricorda quello di filippo penati nei meno riusciti dei suoi manifesti elettorali. il libraio renato è animoso, ce l'ha con i colleghi più grandi che praticano sconti selvaggi. ricevere notizie purchessia da altri colleghi librai lo irrita, poiché, dichiara, ciò rappresenta per lui solo un inutile intasamento della casella di posta elettronica. questo atteggiamento inquina il suo approccio nei confronti dell'esterno. recrimina, si lagna; si rinchiude, sospettoso, a zappettare l'erbetta nella sua piccola libreria, sognando la grande vendetta che potrà consumare quando sarà arrivato il giorno in cui anche in italia avremo la LEGGE SUL LIBRO. ah, la france!
io credo che persone siffatte dovrebbero cambiare lavoro. magari fare gli scrivani, quelli che il pubblico non vede mai, come quelli al servizio del marito della procuratrice coquenard, amica di porthos nei Tre moschettieri: incolori impiegati in attesa della fine della giornata e degli avanzi della mensa dei padroni, gli avari par excellence*. non è retorica pensare che uno, quando entra in una libreria, si aspetti – se richiesto – un gradevole consiglio da una persona di buon carattere.
perciò io dico: non aprite quella porta, non varcate quella soglia: sappiate che le librerie, a milano, sono più di cento. non c'è alcun bisogno di avere a che fare con persone poco generose di sé che, al contrario di zio paperone, non fanno neanche ridere. in caso di necessità recatevi, non so, al libraccio di viale vittorio veneto, dove trovate gente che sa quel che dice, disponibile a cercare per e con voi. o recatevi alla più vicina feltrinelli dove almeno, se non avrete la ventura di incontrare un libraio formato da romano montroni, c'è la forte possibilità che vi imbattiate in un qualche sconto. i libri, signori, costano, e si deve almeno acquistarli con piacere.

* "La signora Coquenard sorrise, e a un suo segno tutti si sedettero in fretta.
Padron Coquenard fu il primo a esser servito, poi Porthos: in seguito la signora Coquenard riempì il suo piatto e distribuì le croste senza brodo agli scrivani impazienti. ...
 
Dopo la minestra, la domestica portò un pollo lesso, magnificenza per cui le palpebre dei convitati si dilatarono tanto da sembrare prossime a fendersi. ...
Il povero pollo era magro, e lo rivestiva una di quelle pelli grosse e irte di penne, che le ossa non riescono a forare nonostante i loro sforzi; certo, era stato cercato a lungo prima che lo scovassero sul bastone da pollaio sul quale si era ritirato a morir di vecchiaia.
'Diavolo!', pensò Porthos, 'ecco una cosa molto triste: ìo rispetto la vecchiaia, ma non l'apprezzo molto lessata o arrostita'.
E si guardò attorno per vedere se la sua opinione era condivisa: ma, tutt'al contrario di lui, non vide che occhi fiammeggianti, i quali divoravano in anticipo quel sublime pollo, oggetto del suo disprezzo.
La signora Coquenard trasse il piatto a sé, staccò con destrezza le due grandi zampe che pose nel tondo di suo marito; tagliò il collo che mise in disparte per sé con la testa; levò l'ala per Porthos, e riconsegnò l'animale alla domestica che l'aveva portato ..."

1 commento:

tersicore ha detto...

oggigiorno con tutti questi store di libri, purtroppo, si è persa la bellezza insita nei momenti che precede l'acquisto del libro. entri in una libreria, vaghi con emozione in cerca del libro che acquisterai, ne sfogli qualcuno inebriandoti dell'odore della carta appena stampata ed alla fine Lo scegli, vai alla cassa e ti fermi a parlare con il proprietario dell'acquisto che stai per compiere.
tutto questo ormai è un lontano ricordo, ma grazie ai tuoi consigli se mai mi troverò a passeggiare per le vie di milano saprò dove andare :)