sabato 12 febbraio 2011

certezze: un'eterna amicizia

Parata per il Capodanno cinese: il gruppo delle adolescenti

oggi desideravo aggirarmi pigramente per il centro di milano, con una puntata al decathlon per l'acquisto di un attrezzo fitness (cosa che ho puntualmente eseguito. l'attrezzo fitness è costato euro quattro punto novantacinque: il nome del negozio decathlon, greco come l'origine della democrazia, è in sé una dichiarazione d'intenti) e una alla feltrinelli di corso buenos aires per completare la stesura di un progetto (questo secondo intento è miseramente abortito: oggi, sulle comode poltrone nere della libreria, tutti coloro i quali dovevan completare la stesura di un progetto mi hanno preceduta). uscita dal negozio mi sono imbattuta in un folto gruppo di cinesi che festeggiava il proprio capodanno. alla parata ha preso parte attiva anche un folto gruppo di italiani, alcuni dei quali costituivano addirittura il ripieno del tradizionale dragone (pare fossero studenti italiani di kung fu), e via via moltissimi passanti. si sono viste grandi dichiarazioni di amicizia tra italia e cina e una totale assenza di imbarazzo, da parte dei nostri concittadini cinesi, nel reggere la bandiera italiana a fianco della loro. del corteo facevano parte pure i bersaglieri della sezione luciano manara, che nel tripudio generale hanno suonato pure O mia bela Madunina. i festeggiamenti si sono svolti sino alla fine in letizia e gran bontà (in piazza duomo, a salutare, c'era pure il sindaco); era un piacere vedere tutti questi bambini e adolescenti eseguire ordinatamente le loro coreografie e tutto quel che c'era da fare. durante la parata non è mancato un piccolo mistero: un giovane di bell'aspetto in tricorno assisteva allo spettacolo, con l'aria di provenire da un'altra epoca.
piacevolmente pervasa da un leggero spirito patriottico, dopo l'effetto-bersaglieri, mi sono spinta errando fino alla stazione centrale, dove in via vitruvio c'era ben altra atmosfera. un gruppo di egiziani festeggiava la caduta di mubarak, eppure l'atmosfera aveva un che di teso, di separato dal resto; massiccia era la presenza di vigili urbani e polizia, come se ci fosse qualcosa da temere (ma cosa c'era da temere? festeggiavano i cinesi e festeggiavano gli egiziani, ma in largo cairoli non c'era manco un ausiliario della sosta, a garantire l'ordinato svolgimento); gli unici cittadini milanesi che partecipavano al tripudio, invero un pochino sgangherato (nessun traccia di ordinate coreografie), erano in uno sparuto gruppetto di umanisti e di proletari comunisti, che avevano provveduto a scrivere qualche striscione abbastanza banale. questi simpatizzanti inneggiavano alla rivoluzione araba che, nella loro visione delle cose, dovrebbe preludere a quella italiana. la triste sensazione è che questi malinconici figuri non aspettino che una piccola sommossa, un moto, una rivolta di piazza per tornare a sognare una barricata purchessia. non uno slogan ben concepito, un guizzo ironico, un ragionevole dubbio: sono i generici adoratori delle masse in rivolta e mi fanno venire i brividi.
L'amicizia tra Cina e Italia è per sempre

Bandiera italiana esibita da cinesi milanesi


I bersaglieri della sezione "Luciano Manara" di Milano

Ancora bersaglieri

Bandiera italiana e bandiera cinese



L'inizio del corteo

Il gruppo delle bambine

L'esibizione delle bambine

Fumo di mortaretti, accesi per segnare l'inizio della manifestazione: un baccano d'inferno

Notabili cinesi

Adolescente sino-italiano very cool, con cappelluccio e borsa Guevara-Glamour


Un misterioso gentiluomo con tricorno assiste alla parata

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