mercoledì 2 febbraio 2011

storia offresi

certo che il mio avvocato è proprio un bel tipo. mi assiste da tempo immemorabile (e ancora non ne veniamo a capo) per una causa presso il giudice di pace, ma in realtà lui pratica il diritto penale duro ed è sovente a contatto con gente della peggior specie, di cui talvolta si compiace di narrarmi. tra le tante, ho scelto quella che segue e ho deciso di offrirla al volenteroso che vorrà svilupparla. per quello che mi riguarda:

- ho pensato a un titolo:
"Color polipo"

- ho pensato al protagonista
un avvocato milanese di massiccia presenza, appassionato di boxe e di whisky torbati, di nome Antonio Alma.

- il mio amico avvocato ha pensato ai nomi della vittima e dell'assassino:
Malika e Andrea

- ho pensato a un possibile incipit
"Il torbato della Maida era sempre il torbato della Maida, anche se i Navigli non erano più i Navigli. E avere di fronte a sé Matilde, tardi la sera, dopo la boxe, per quei minuti – trenta minuti? quaranta, quarantacinque? – era una piccola, buona cosa.
L’avvocato Antonio Alma teneva a bada le proprie inclinazioni pericolose a suon di pugni, in palestra".

- ho pensato a un principio di trama:
 "L’avvocato milanese Antonio Alma viene contattato da Andrea Sessi, un sessantenne in carcere con l’accusa di omicidio. Sessi avrebbe ucciso la moglie, una donna marocchina di trent’anni più giovane, seppellendone poi il corpo nei pressi della frontiera franco-spagnola, sulla via per il Marocco. Qui si sarebbe presentato un giorno per chiedere notizie dell’eventuale scoperta di un cadavere. La guardia di confine si sarebbe ricordata in seguito di quell’uomo, rendendo testimonianza per le indagini.
Sessi aveva incontrato la futura moglie durante un viaggio in treno per Milano, dove lui andava a trovare sua sorella e lei, in provenienza dalla Sicilia, era diretta da una cugina, presso la quale avrebbe trovato una base per la ricerca di un lavoro.
Malika era fedele di una particolare setta, quella dell’incrollabile fiducia nel potere di riscatto economico dei paesi occidentali. Il corredo rituale degli adepti prevedeva, prima di tutto, il Telefono Cellulare: l’oggetto che ci si procurava non appena messo piede sulla terra promessa, l’oggetto transizionale cui affidare la ricerca di un lavoro, le trattative amorose, le discussioni con un pappone. Il telefono di Malika era simile a quello di molti immigrati: spesso, di apparenza solida e quasi carnosa, carnosa come le sue labbra, su cui un rossetto di colore inadeguato andava sbiadendo. Ne rimanevano i contorni, una rifinitura un po’ chiassosa che la collocava istantaneamente, pensò Sessi, tra le donne accessibili a lui.
Andrea Sessi era solo da quando, una decina d’anni prima, la sua legittima consorte aveva spiccato il volo dall’ultimo piano, il settimo, del palazzo al centro di… Sulla scorta di una serie di referti del Pronto Soccorso – molte cadute, molti bizzarri incidenti, molti stipiti sporgenti in casa dei coniugi Sessi – e di qualche cauta testimonianza dei vicini, la Magistratura aveva avviato le indagini per sospetto omicidio, poi arenatesi poiché i fatti in cui era coinvolto Sessi erano vagamente sordidi, vagamente loschi, ma troppo vagamente illegali. Come quando un tale gli aveva intestato un appartamento in provincia, a partire dalla vendita del quale Sessi aveva avviato una serie di speculazioni immobiliari che avevano considerevolmente rallentato la sua attività di muratore. Le dita delle mani massicce avevano cominciato a sfinarsi mentre il portafogli si gonfiava e lui diventava sempre più insofferente alle domande della moglie, che non si placava ancora di fronte al mistero di quella prima donazione. Così come mai cessava di chiedersi il motivo dei sempre più frequenti rientri a tarda ora del marito". 

- riporto la prima e la seconda comunicazione dell'avvocato, nelle quali egli aggiunge particolari che non mi aveva fornito durante i nostri colloqui:
  
Prima comunicazione dell’avvocato  xx
Per quanto riguarda mister x le aggiungo già ora qualche nota e, in particolare le mie impressioni quando lo conobbi in carcere.
Mi scrisse poiché fui a lui consigliato da un altro detenuto recluso nel braccio dei protetti, ovvero in quella parte delle carceri (ogni istituto ne ha una) ove sono reclusi coloro i quali si sono macchiati dei crimini più abbietti (in genere sessuali) contro donne e bambini e gli "infami", ovvero quelli che fanno la spia.
Quando lo vidi indossava una tuta da ginnastica in acetato. Impeccabile a suo modo: sbarbato e pulito.
Io sono ben piantato ma Mister x è davvero imponente. Non muscoloso ma grasso di quella grassezza insana, gonfia data dall'ozio, dal cattivo cibo e dall'assenza di movimento.
Ha un faccione largo e dei capelli bianchi un po' crespi con un principio di calvizie. Sui cinquanta. È pallido e credo che abbia qualche cicatrice di un’acne giovanile particolarmente feroce.  Il naso è grosso.
Ora, non voglio fare della retorica ma davvero gli occhi mi colpirono per due particolari: il colore ed il movimento.
Sono grigi ma di un grigio che dire spento è dire poco. Mi viene in mente il grigio di certi polpi pescati da un po'; davvero un colore indefinibile.
Sembrano rivestiti da una patina ma sfido chiunque a farsi 15 anni di galera ed avere gli occhi vispi.
La pupilla è di un giallo tenue. Non bianca. Anch'essa velata. Il movimento però è impressionante. Non  stanno mai fermi. Anche quando ti guardano si muovono un po' di qua e un po' di là. Poco; ma si muovono sempre.
Il quadro è completato da una bell'unghia lunga un centimetro al mignolo sinistro. Vezzo che molti carcerati di una certa età hanno.
Si è presentato al colloquio tranquillo. Abbiamo parlato del suo caso (ha una voce profonda, nessun accento particolare anche se parla insistendo un po' sulle doppie e sulle "p" e le "t"), poi però è successo qualcosa che ha alterato l'equilibrio. Gli ho posto una serie di domande relative al processo di merito e alle scelte difensive (che mi sembravano un po' azzardate e difatti si è preso l'ergastolo).  Apriti cielo. Il suo incarnato ha cambiato colore. E' diventato rosso acceso.
Non nego di aver avuto paura che gli venisse un infarto. Si è lanciato in una filippica contro "quel bastardo del suo avvocato e quei bastardi di tutti gli avvocati". Poi si deve essere reso conto che lo ero anche io ed ha aggiunto, calmatosi, "esclusi i presenti ovviamente". Ovviamente, ho aggiunto io.
Dal quel giorno ho cercato di fargli meno domande possibili sul passato processo.
Ecco, questo è stato il primo incontro.

Seconda comunicazione dell’avvocato xx
Per quanto riguarda il resto devo dirLe che il nome di mister x, il nome vero, sarebbe quello più adatto! Ha un suono che sembra un sonaglio. In ogni caso lo chiamerei Andrea Sessi. Nome banale come è banale il male che richiama vagamente la natura sessuale (appunto) del suo delitto. Le piace? Altrimenti credo che Lei sia davvero più abile di me e mi rimetto alla Sua arguzia.
Volevo aggiungere che Sessi (per ora lo chiamo così) è benestante poiché aveva (ed ha) degli immobili in affitto. In passato è già stato (ma siamo negli anni 70) al centro delle cronache poiché adescava marinai e giovani militari con i quali consumava rapporti omosessuali a pagamento ed anche per un altro motivo anche più grave (la verità è davvero peggio della finzione a volte....).
La prima moglie infatti si suicida cadendo da un balcone ed alcune ombre si addensano sul coniuge tanto da far ritenere gli investigatori che la signora "sia stata suicidata" con il vecchio ma infallibile sistema della defenestrazione. Purtroppo sul cadavere non vennero mai trovate tracce incompatibili con il suicidio e le indagini (siamo ancora molto lontani dai mezzi di ricerca della prova di questi anni) non portarono a nulla.
L'idea della ragazza che ha un amante marocchino è, a mio avviso, azzeccatissima.
Effettivamente nemmeno io conosco molto i tratti della vittima.
Posso dirle però che si trattava di una ragazza con dei saldi legami familiari, con una immensa voglia di riscatto, pronta a lasciare la sua terra (o, meglio, disposta a tutto per lasciare la miseria della stessa) benché avesse alcuni parenti in Francia che avrebbero potuto accoglierla.
Decide però di seguire quell'uomo maturo che conosce in Marocco durante una vacanza (di lui) e che trasuda disponibilità economica (o, perlomeno, quella che può impressionare una ragazzina).
La differenza di età è molta e lui chiede insistentemente "la prova d'amore"; lei temporeggia, lo fa stare sul filo del rasoio poiché l'attrazione fisica è praticamente nulla. Concede poco o nulla di sé.
Come stratagemma continua a ripetere che non può avere rapporti sessuali prima del matrimonio e che comunque lui si deve convertire altrimenti non è possibile né il matrimonio né altro.
Detto fatto. Sessi si converte e sposa la giovane.
Purtroppo nulla o quasi cambia. La ragazza si concede poco, pochissimo e – mi scusi la trivialità - male. Il resto, la conoscenza di un giovane ragazzo del suo stesso paese e della sua stessa età anche lui trapiantato in Italia, fa il resto.
Questo è un capitolo che corrisponde alla realtà e quindi io mi fermo rimettendomi a Lei.
(per la cronaca Sessi uccise la moglie - almeno questo  venne fuori al processo - perché la stessa non si concedeva).

à vous.

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