Compie oggi centosettantanove anni Louisa May Alcott. I suoi professori si chiamavano Nathaniel Hawthorne, Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau. Ed ecco il brano che ha fatto e fa dire a parecchie signore della mia generazione "Io, tra le piccole donne, mi identifico con Jo":
"Jo, Jo, dove sei", gridò Meg dal fondo delle scale. "Qui", rispose una voce dall’alto e correndo su Meg trovò sua sorella in soffitta, ove tutta imbacuccata in un vecchio scialle, se ne stava seduta su di una poltrona presso alla finestra, mangiando mele e lacrimando sulla misera sorte dell’eroe del romanzo che stava leggendo. Questo era il cantuccio prediletto di Jo; il luogo ove si rifugiava spessissimo con una provvista di mele in tasca ed un bel libro, per poter leggere a suo bell’agio e bearsi nella società di un minuscolo topo che non aveva alcuna paura di lei. Appena vide comparire Meg, il topino si rifugiò nel suo buco e Jo, asciugandosi gli occhi e la faccia col fazzoletto, domandò quale fosse la causa dell’improvvisa interruzione. "Oh! Jo, che bellezza! la signora Gardiner ci ha mandato l’invito per la sua festa da ballo di domani sera!", esclamò Meg, e mamma ci ha dato il permesso di andare. Che cosa ci mettiamo?" "Che bisogno c’è di far questa domanda, quando sai benissimo che dovremo metterci i nostri soliti vestiti! Non ne abbiamo altri!", rispose Jo a bocca piena. "Se potessi avere un vestito di seta! Mamma me ne ha promesso uno quando avrò diciotto anni, ma ho da allungare il collo! Due anni non sono mica un giorno!", sospirò Meg. "I nostri vestiti sembrano di seta e sono in buonissimo stato: il tuo è quasi nuovo; ma... a proposito: mi scordavo della bruciatura e dello strappo nel mio! Come devo fare? Quella bruciatura è proprio nel mezzo della schiena! E non posso neanche accomodarla!" "Bisognerà che tu stia sempre seduta; il davanti sta benone! Io ho un magnifico nastro nuovo per legarmi le trecce e mamma mi presterà la sua spilletta d’oro; le mie scarpine, debbo dire la verità, sono proprio eleganti: i miei guanti potrebbero essere più puliti, ma mi dovranno servire!" "I miei sono tutti sciupati e non posso comprarne un altro paio; perciò starò senza", disse Jo, che non si curava mai del vestiario. "Tu devi avere assolutamente un paio di guanti! Se non li hai io non vengo", disse Meg. "I guanti sono una delle cose più importanti perché, senza quelli, non puoi ballare e se non ballassi mi dispiacerebbe troppo!" "Starò seduta! che cosa me ne importa? Tu sai benissimo che fare quegli stupidi balli in giro non mi piace; io mi diverto soltanto quando posso saltare, far capriole e divertirmi a modo mio!"
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