oggi, centitrentacinque anni fa, Gustave Flaubert pubblicava i suoi Trois contes. Qui sotto l'arrivo a casa del papagallo impagliato, da Un cuore semplice.
"Finalmente arrivò, splendido, dritto su un ramo d'albero, avvitato su
uno zoccolo di mogano, una zampa all'aria, il capo inclinato, una noce
nel becco, che l'impagliatore, per amore della grandiosità, aveva
dorata.
Lo chiuse in camera sua.
Quel luogo, in cui faceva entrare poche persone, aveva insieme l'aspetto
di una cappella e di un bazar, tanto era zeppo di oggetti religiosi e
delle cose più disparate.
Un grande armadio impediva di aprire bene la porta. Di fronte alla
finestra a strapiombo sul giardino, una finestrella ovale guardava sul
cortile; su un tavolo, accanto alla branda, c'erano una brocca, due
pettini, e un pezzo di sapone azzurro in un piatto sbrecciato. Si
notavano contro le pareti rosari, medagliette, diverse madonnine, una
acquasantiera in noce di cocco; sul cassettone, coperto da una tovaglia
come un altare, la scatola di conchiglie che le aveva regalato Vittorio;
poi un innaffiatoio e una palla, dei quaderni di calligrafia, il libro
di geografia illustrata, un paio di stivaletti, e al chiodo dello
specchio, appeso per i nastri, il cappellino di peluche! Felicita
spingeva a tal punto questo culto che conservava una delle redingote del
Signore. Tutto il vecchiume di cui la signora Aubain voleva disfarsi,
lei lo raccoglieva per la sua stanza. E così aveva dei fiori artificiali
sul cassettone, e il ritratto del conte di Artois nel vano
dell'abbaino.
Per mezzo di una mensolina, Lulù fu sistemato su una parte del camino
che sporgeva nella stanza. Ogni mattina, svegliandosi, l'intravedeva nel
chiarore dell'alba, e ricordava allora i giorni passati, le azioni più
insignificanti fin nei minimi particolari, senza dolore, colma di
tranquillità."
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