questa è la pubblicità di un panino mcdonald's concepita da un'agenzia ungherese; il payoff è "A sandwich for experts".
Via Bookpatrol (grazie a Michael Lieberman)
mercoledì 29 dicembre 2010
io sottolineo
non è il titolo del nuovo libro di giorgio faletti, bensì la descrizione di ciò che chi scrive fa ai libri. ecco, sull'argomento, due posizioni opposte.
Giuseppe Pontiggia
... Nell'amore per la lettura sono infedele e contro la "monogamia": tengo dieci volumi sulla scrivania, per scegliere quello che mi attrae di piu' al momento. E poi i libri bisogna farli propri, possederli. Io uso una matita n. 6 morbida per sottolineare e scrivere appunti a lato. La lettura non si esaurisce con l'ultima pagina: continua nella mente, per questo il libro bisogna tenerlo vicino, riaprirlo. I segni sono tracce per non disperdere emozioni.
dal Piccolo galateo del lettore di Bergoglio libri
Prima di cominciare la lettura... Puo' anche essere utile tenere a portata di mano penna e blocco per
appunti: se vorremo prendere qualche appunto potremo scrivere in
modo ampio e piu' chiaro che non sui margini del volume.
albanacco_charles macintosh
oggi è il compleanno di charles macintosh, nato a glasgow duecentoquarantaquattro anni fa e inventore del tessuto impermeabile che prende nome dal suo cognome. e di un macintosh, in quanto impermeabile nel senso di capo di abbigliamento confezionato, si legge nella pagina del Giro del mondo in ottanta giorni in cui Passepartout scopre che di lì a poco lui e il suo padrone Phileas Fogg dovranno partire per onorare la scommessa tra Fogg e i suoi compagni del Reform Club:
"Partiamo fra dieci minuti per Dover e Calais".
"Partiamo fra dieci minuti per Dover e Calais".
Una specie di smorfia si delineò sulla tonda faccia del francese.
Evidentemente egli non aveva capito bene.
"Il signore cambia casa?", domandò.
"Sì. Andiamo a fare il giro del mondo".
Passepartout, con gli occhi smisuratamente dilatati, le palpebre e i sopraccigli tirati in su, le braccia penzoloni, il corpo afflosciato, presentava in quel momento tutti i sintomi della meraviglia spinta fino allo stupore.
"Il giro del mondo!", mormorò.
"In ottanta giorni", completò il signor Fogg. "Perciò non abbiamo un solo istante da perdere".
"Ma, le valigie?", osò chiedere il servo, il quale dondolava inconsciamente il capo a destra e a sinistra.
"Niente valigie. Basta un sacco da viaggio. Dentro, due camicie di lana e tre paia di calze per me;
altrettanto per voi. Compreremo strada facendo. Prendete il mio mackintosh e la mia coperta. Provvedetevi di buone scarpe. Del resto, cammineremo poco o niente".
Jules Verne, Il giro del mondo in ottanta giorni, 1873
Jules Verne, Il giro del mondo in ottanta giorni, 1873
need help?_l'unico esperto di computer possibile
simone pozzi è come un cono di gelato doppio gusto. conosce pc e mac come nessuno. non è come quei nerd un po' straccioni, no: pozzi è un autentico gentleman del pronto intervento – che nel suo caso è sempre pronto davvero. chi scrive lo incontrò per caso sul web, in un momento assai grave per il suo macintosh portatile, e se lo tiene ben stretto e lo consiglia a tutte le signore in ascolto, anche per il motivo seguente: se un giorno vi capitasse di avere un problema con il computer, epperò foste in pigiama e non aveste rifatto il letto, quel diavolo di un uomo, senza venire a casa vostra, può lavorare da remoto e sistemare molte cosette. se seguirete le sue istruzioni lui si insinuerà con molta grazia nel vostro apparecchio e ne diventerà il puntatore. voi, se non aduse a tanto tecnologico potere, rimarrete a fissare il video in preda a un leggero stupore, mentre simone ripristina lo status quo. l'unico risvolto negativo di un tale intervento è che sul vostro video non vedrete gli occhioni di pozzi, notevolissimi e contornati da altrettanto notevoli ciglia, lunghe qualche decina di chilometri.
domenica 26 dicembre 2010
sostiene jacobson (e io con lui)
"Sappiamo entrambi che alla fine l'amore si spegne, diventa tiepido e frettoloso, declina trasformandosi in mera amicizia e affettuosità, se non c'è un briciolo di crudeltà in esso. Non male o violenza fisici, ma crudeltà. La crudeltà della perdita. Della paura. Della gelosia. Qualunque cosa gli esperti dicano della fiducia, se non siamo gelosi non siamo innamorati affatto. Otello aveva tutto il diritto, anche se oggi non sarebbe visto di buon occhio, di affermare che lui amava troppo. Il suo errore fu di non capire che soffocare sua moglie non era il modo migliore di esprimerlo. Invitare Cassio nel suo letto sarebbe stata un'alternativa infinitamente preferibile per tutti".
Howard Jacobson, Un amore perfetto
Howard Jacobson, Un amore perfetto
venerdì 24 dicembre 2010
jingle bells smashing version
quando si parla di natale, chi scrive è fortemente tradizionalista, vittoriana, coca-colista, conservatrice, non ammette l'esistenza di altri colori che non siano il bianco, il verde, il blu e l'oro. però, ragazzi, quanto ho apprezzato la gitanissima versione di Jingle Bells eseguita dai signori gitani qui a fianco, colti mentre si preparano a entrare in un vagone della metropolitana tre. merry xmas everybody.
giovedì 23 dicembre 2010
cose che si possono fare con meno di cinque euro
il libraccio, si sa, vende libri nuovi e usati, scolastici e non, insieme con dvd, cd e oggetti di cartoleria. i libri usati sono sistemati in maniera molto efficiente; la loro esistenza e reperibilità sono di gran servizio per i lettori assidui. in più, il libraccio di viale vittorio veneto, qui a milano, ospita da maggio a novembre, nei locali dedicati alla scolastica, uno spazio denominato "ultima spiaggia", dove per un libro si possono spendere anche 50 cents, con rimpolpamenti dello stock assai frequenti. per non parlare del libraio meregalli – no, non costa 50 cents, ma è polposetto comme il le faut anche lui – inutilmente corteggiato da chi scrive. romantiche digressioni a parte, ecco cosa abbiamo conquistato, nella nostra recente incursione all'"ultima spiaggia", per il costo di un chilo di mele rachitiche comprato da quei fighetti di naturasì:
1. Gina Lagorio, Il bastardo, in edizione Euroclub, ben cartonata: 1,50 euro
2. Antonio Moresco, Storia d'amore e di specchi, Portofranco: 1,00 euro
3. Giulio Mozzi, Fiction, Einaudi: 2,00 euro
1. Gina Lagorio, Il bastardo, in edizione Euroclub, ben cartonata: 1,50 euro
2. Antonio Moresco, Storia d'amore e di specchi, Portofranco: 1,00 euro
3. Giulio Mozzi, Fiction, Einaudi: 2,00 euro
non per tutte?
nel suo Milano senza vie di mezzo, dove esprime senza alcuna remora le proprie preferenze su molti luoghi, iniziative, bar, negozi milanesi – indicate attraverso decisi "sì" o "no" –, Paolo Melissi dedica una pagina "no" alla Libreria delle Donne: "Un po' dispiace la scelta di inserire la Libreria delle Donne tra i 'nei' culturali del capoluogo. ... questa libreria purtroppo è anche un centro terribilmente elitario, quasi esclusivo. ... Per accedere alle sue iniziative e per partecipare attivamente al suo programma è necessario essere presentati dalle socie ... La quota associativa, poi, è decisamente elevata, cosa che scoraggia naturalmente molte donne che non appartengono alla élite cittadina ... E' l'esempio di un'attività culturale che ha straordinari meriti ma che pure rimane forse messa in un angolo perché poco capace di diventare un riferimento più ampio in città. ... E allora, con tutto il rispetto e la stima per chi organizza e si dà da fare per portare avanti una pur lodevole attività, viene da bocciare la fonte di una cultura senza respiro." questa è l'opinione di paolo, ce ne sono altre?
una cosa che desidero per natale, ma anche dopo
l'elegante pochette Winner Take Nothing di Olympia Le-Tan, accessorio indispensabile per la donna elegante.
cose che mi sono regalata per natale
1. un impianto per il karaoke in specialissima offerta al lidl, di cui mi pregio di ricevere settimanalmente la newsletter. ho imparato le immense virtù di questo passatempo dai miei vicini di appartamento precedente, una famiglia di filippini che si chiamavano tutti Niki, i quali solevano, il sabato, invitare parecchie altre famiglie amiche della stessa provenienza geografica per dedicarsi, tra un fritto di pesce e un altro, a questa amenissima attività. ho dedotto da ciò che nelle filippine il karaoke deve essere una importante prerogativa nazionale. comunque un affarone: per soli 29 punto 90 euro si acquista un
Set completo per il collegamento al lettore DVD e alla televisione, DVD per karaoke con 15 party hits internazionali con sottotitoli per cantare, Con 2 microfoni in metallo di alta qualità per duetti, 3 anni di garanzia
non vedo l'ora di darmi ai party hits.
2. un bollitore villeroy & boch con motivo "petites fleurs": il mio bollitore di sobrio acciaio ha pensato molto opportunamente di scassarsi in prossimità del natale.
3. V.S. Naipaul, La maschera dell'Africa, Adelphi, 2010. L'autore, in Sudafrica, a colloquio con Joseph, trentenne zulu: "Disse: 'Sono un uomo moderno'. Intendeva dire un africano moderno, una persona che si era sbarazzata di gran parte del bagaglio coloniale; certe parole le usava in un'accezione tutta sua. ... 'Le antiche usanze mi hanno chiamato, e io ho trovato la pace. ... Ci sono molte sette cristiane da noi, e tutte cercano di scavalcare e soffocare la nostra identità africana'. Joseph difese a spada tratta la necessità di sacrificare vacche e capre nel modo tradizionale; gli animalisti se ne stessero alla larga. ... 'Perché dovremmo macellarle nel modo che secondo voi è più umano? ... Chi sono i cristiani per dire che dovremmo seguire regole più igieniche? Sono stati loro, i cristiani, a creare l'apartheid e a rendere schiava la mia gente, nonostante la Bibbia'".
Set completo per il collegamento al lettore DVD e alla televisione, DVD per karaoke con 15 party hits internazionali con sottotitoli per cantare, Con 2 microfoni in metallo di alta qualità per duetti, 3 anni di garanzia
non vedo l'ora di darmi ai party hits.
2. un bollitore villeroy & boch con motivo "petites fleurs": il mio bollitore di sobrio acciaio ha pensato molto opportunamente di scassarsi in prossimità del natale.
3. V.S. Naipaul, La maschera dell'Africa, Adelphi, 2010. L'autore, in Sudafrica, a colloquio con Joseph, trentenne zulu: "Disse: 'Sono un uomo moderno'. Intendeva dire un africano moderno, una persona che si era sbarazzata di gran parte del bagaglio coloniale; certe parole le usava in un'accezione tutta sua. ... 'Le antiche usanze mi hanno chiamato, e io ho trovato la pace. ... Ci sono molte sette cristiane da noi, e tutte cercano di scavalcare e soffocare la nostra identità africana'. Joseph difese a spada tratta la necessità di sacrificare vacche e capre nel modo tradizionale; gli animalisti se ne stessero alla larga. ... 'Perché dovremmo macellarle nel modo che secondo voi è più umano? ... Chi sono i cristiani per dire che dovremmo seguire regole più igieniche? Sono stati loro, i cristiani, a creare l'apartheid e a rendere schiava la mia gente, nonostante la Bibbia'".
lunedì 20 dicembre 2010
cose che riguardano il corpo
in preda a un acuto mal di schiena, e memore dell'affermazione di qualcuno di cui non ricordo il nome sulle proprietà antinfiammatorie della malva, oggi non faccio altro che pensare a quel verso di rocco scotellaro: "E' calda così la malva / che ci teniamo ad essiccare / per i dolori dell'inverno".
io la malva non l'ho essiccata, pertanto mi tengo i dolori dell'inverno mentre mi occupo di un volume sull'archivio di un ingegnere-editore trentino.
io la malva non l'ho essiccata, pertanto mi tengo i dolori dell'inverno mentre mi occupo di un volume sull'archivio di un ingegnere-editore trentino.
venerdì 17 dicembre 2010
battibecchi post-fiducia
ad anno zero del 16 dicembre 2010, dopo l'aggressione verbale di ignazio la russa nei confronti di un rappresentante degli studenti della sapienza con conseguente biasimo del ministro da parte di antonio di pietro.
la russa a di pietro: "sei un analfabeta".
di pietro a la russa: "analfabeti si può essere, fascisti no".
la russa a di pietro: "sei un analfabeta".
di pietro a la russa: "analfabeti si può essere, fascisti no".
martedì 14 dicembre 2010
consigli non richiesti
ma se voleste seguirli, recatevi qui e prelevate il numero speciale di "cantieri", benemerita newsletter di biblohaus, dove troverete molte belle cose sulla macchina da scrivere. il mio plauso va a chi ha aperto il foglio, subito dopo l'editoriale, con un libro a me molto caro, di giorgio manganelli, Improvvisi per macchina da scrivere.
catch a cab, girl_le strade dei libri
su "Bookshop" di ottobre-novembre uno dei contributors più assidui alla rivista, il Leviatano, lamenta la progressiva, quasi compiuta sparizione delle librerie di quartiere e narra una piccola storia milanese: "...Ma i libri non si comperano solo in libreria, perché, nonostante tutto, le idee, le parole girano, si muovono comunque, per fortuna. L'altro giorno, mentre ero a Milano, una giovane tassista mi ha parlato della sua passione per la lettura; mi ha raccontato le trame, i personaggi, i colleghi tassisti che leggono e che si scambiano consigli e libri. Poi la mia domanda: 'Ma dove compera i libri?' 'Ah, c'è un signore anziano che passa per i nostri parcheggi con una valigia piena di libri, me li spiega, mi consiglia e debbo dire che non ne sbaglia uno. E poi costano tre, quattro euro... anche libri usati, di qualche anno, magari ingialliti. Pensi che a volte non hanno nemmeno la copertina e gliele fa lui." c'è per caso all'ascolto qualche lettore tassista? qualche amico di un tassista? dichiaro ufficialmente aperta la ricerca dell'adorabile vecchietto, chiunque ne abbia notizia si rivolga a chi scrive.
domenica 12 dicembre 2010
plausi televisivi
desidero segnalare che ieri sera, mentre, alle 23.22, girovagavo per televisioni nell'attesa che dopo la pausa pubblicitaria riprendesse il mio amato Ispettore Barnaby – nei cui episodi i libri sono spessissimo presenti: gli abitanti di Causton frequentano moltissimo la biblioteca, la figlia di Tom Barnaby (quando non fa l'attrice shakespeariana) si occupa della biblioteca circolante, non mancano, nel villaggio prospere librerie, e per inciso l'episodio di ieri verteva sulla morte di un bibliotecario tanatofilo – , sono capitata su Lombardia Channel, una televisione, apprendo, novissima, e mi sono imbattuta in una rugiadosa bellezza, sul cui capo non avrebbero sfigurato sli spilloni di Lucia Mondella, che in uno studio nudo, ripieno solo di lei (Clarissa Filippini) e di due schermi ai suoi lati che la riproducevano in azione, leggeva Marcovaldo e poi, di Emilio De Marchi, Demetrio Pianelli. non so se fosse una prova, o se si prevede di far continuare queste letture, so solo che starsene lì ad ascoltare dava proprio una sensazione di regressione all'infanzia, a un'epoca prealfabetizzata della vita.
lunedì 6 dicembre 2010
christmas horror show
con l'avvistamento, ieri, del primo babbo natale ladruncolo che tenta di introdursi in un appartamento di via cagliero, dichiaro ufficialmente aperta la stagione delle feste, purtroppo con una nota di biasimo per l'esselunga, sempre nella medesima via: il fatto che quel supermercato non annoveri tra i propri banchi i tanto necessari al periodo flaconi di christmas flavour è uno scandalo tutto italiano.
due generi e un refuso_un concorso a premi
questa bella lampada* (presumo da lettura) consta di un paralume un po' scassato che poggia su una base formata da libri, di cui due dichiarano, in inglese, un genere letterario. dove è il refuso?
* la lampada si trova nel negozio "La casa sul viale", a milano in viale piave.
* la lampada si trova nel negozio "La casa sul viale", a milano in viale piave.
venerdì 3 dicembre 2010
manganelli, fotobiografia
allestimento |
lietta manganelli di spalle |
convenuti |
convenuti |
giorgio manganelli a tre anni, mentre legge in zona navigli |
lietta manganelli |
lietta manganelli e l'editore diego dejaco |
lietta manganelli |
i convenuti ascoltano il racconto di lietta |
molti manga |
per visitare la mostra su giorgio manganelli bisogna recarsi in via cappuccio 18 e suonare al citofono 10. è la sede di sedizioni nonché la casa dell'editore. e proprio in questa casa è stata messa in mostra, come in una casa qualunque, la fotobiografia del manga, cui ha dato viva voce la figlia lietta. la quale lietta racconta scanzonata episodi terribili di abbandoni e di eugenetiche discriminazioni: la sua bellissima madre nonché moglie di giorgio, dice, non perdonava i brutti, pertanto né lei né suo padre, da cui si separò assai precocemente. giorgio, da parte sua, affermava che chi vive un'infanzia felice nella vita non combinerà mai nulla.
giovedì 2 dicembre 2010
verso il 2011
uno si accorge che l'anno sta finendo quando gli capita sott'occhio la prima classifica dei libri migliori dei dodici mesi appena trascorsi. la benemerita rivista "Lire" stila una classifica molto ben fatta, di cui ho molto apprezzato le categorie. tra queste, il romanzo storico, con Underworld USA di James Ellroy, le biografie, dove vincono quella di Gertrude Stein, e quella romanzata del generale antihitleriano Kurt von Hammerstein-Equord, di Hans Magnus Enzensberger, incoronata libro dell'anno; e quella che è piaciuta di più a chi scrive, la categoria del classico rivisitato, una ri-traduzione di On the road fatta da Josée Kamoun e curata da Howard Cunnell.
christmas list
io desiderei ricevere, per natale, il seguente libro edito da giuntina:
Jonathon Keats, Il libro dell'ignoto - Storie dei trentasei Giusti
Collana Diaspora. Traduzione di Silvia Pareschi
Pagg. 226 - € 16
(in libreria dal 9 dicembre)
Collana Diaspora. Traduzione di Silvia Pareschi
Pagg. 226 - € 16
(in libreria dal 9 dicembre)
museo delle parole
corrusco
[cor-rù-sco]raro corusco
agg. (pl. -schi)
1 lett. Risplendente, lampeggiante, di intensa luce improvvisa: folgori corusche D'Annunzio
estens. Sfavillante, fiammeggiante
trovo la parola "corrusco" nel testo di un autore un poco âgé che scrive per il catalogo di una mostra a roma e subito la mente corre ad antiche letture. mi rendo conto di quanto il termine possa oggi apparire desueto. e penso che abbia anche un suono ossimorico e bizzarro, un significante che ne contraddice il significato: quando pronuncio "corrusco" io mi figuro, invece che un'apparizione folgorante, l'Isola dei morti di Arnold Böcklin.
mercoledì 1 dicembre 2010
strofinacci e belle sciarpe
scorro sui quotidiani le immagini degli animatori della più che legittima protesta contro la riforma gelmini, aderisco nella sostanza ma avrei qualcosa da eccepire riguardo alla forma.
1. non mi spiego il fatto che moltissimi tra gli studenti portino al collo una sorta di orrendo strofinaccio, uguale per tutti, nella fattispecie a motivi bianchi e neri, tristemente rammemorante di certi loschi figuri la cui massima ambizione è farsi saltare in aria alla ricerca di improbabili paradisi ripieni di latte e ragazze.
2. non condivido affatto la tendenza a fracassare vetrine.
insomma, direi che a una manifestazione si può partecipare agevolmente, e forse meglio, dopo essere passati dall'atelier della famiglia missoni (avendone lasciate intatte le vetrine, of course).
1. non mi spiego il fatto che moltissimi tra gli studenti portino al collo una sorta di orrendo strofinaccio, uguale per tutti, nella fattispecie a motivi bianchi e neri, tristemente rammemorante di certi loschi figuri la cui massima ambizione è farsi saltare in aria alla ricerca di improbabili paradisi ripieni di latte e ragazze.
2. non condivido affatto la tendenza a fracassare vetrine.
insomma, direi che a una manifestazione si può partecipare agevolmente, e forse meglio, dopo essere passati dall'atelier della famiglia missoni (avendone lasciate intatte le vetrine, of course).
cose imprescindibili da fare a milano il 2 dicembre
presentarsi puntuali all'inaugurazione della mostra sulle foto di famiglia di giorgio manganelli, in via cappuccio 18, alle 18:30. sarà presente lietta manganelli. click on the pic e accorriamo numerosi.
lunedì 29 novembre 2010
libri per grandi e piccini
questa mattina ho una certa fretta, che tuttavia non mi esime dal raccomandare ai miei gentili lettori di recarsi al salone del libro usato, dal 5 all'8 dicembre alla fiera di milano. le informazioni si trovano qui. non so se l'old book guy dell'immagine sia marcello dell'utri, comunque vale la pena di godersi questa meraviglia, non fosse altro che tra gli espositori ci sono il muro di tessa, la libreria menabò con l'ottimo davide nuti – il libraio insonne – e la mia amata libet con l'altrettanto amata elena ferrario. l'ingresso alla manifestazione è gratuito.
venerdì 26 novembre 2010
oggi, a milano, nevica
"Era una mattina d'inverno, in via Conservatorio, e la neve spalata era ammucchiata in piramidi sul marciapiede nero. E mentre lui non gli chiedeva chiarimenti, Liverani aveva continuato: 'Tu non credi di morire. Non ci pensi.' Aveva aggiunto: 'Forse ti è mancata una crisi, ma c'è ancora tempo'".
Giuseppe Pontiggia, Il giocatore invisibile, Mondadori, 1978
Giuseppe Pontiggia, Il giocatore invisibile, Mondadori, 1978
beni
le parole che seguono escono dalla penna dell'ottimo professore fulvio cervini, docente all'università di firenze, elegante barricadero nonché mio flirt da tempo immemorabile. mentre mi chiedo perché mi sono dimenticata di sposarlo, segnalo che il resto dell'articolo si trova qui. enjoy:
"Le nozioni di bene e patrimonio culturale alludono alla ricchezza condivisa che nutre sensi, menti, anime e cuori ben prima dei portafogli, ed è questa ricchezza che la politica dovrebbe preservare e coltivare. Per questo trovo che l’espressione “bene culturale” sia pregna e nobile, tanto più che la sua storia è assai gloriosa. La prima volta che la si adopera in una convenzione internazionale, nel 1954, è in
rapporto ai beni da proteggere in caso di conflitto armato, e già questa circostanza dovrebbe farci riflettere, come avrebbe detto Marc Bloch, dell’importanza della storia per la vita. Da noi già nel 1938 Giuseppe Bottai aveva scritto che quando una nazione entra in guerra, deve farlo anche con tutte le sue energie morali, e queste energie sono date anche dal suo patrimonio culturale. Un popolo che non sa difenderlo non può pensare di vincere una guerra, e in ogni caso rischia di non avere risorse reali per affrontare il dopoguerra. Un ministro fascista, ma di rimpianta grandezza. Che ha legato il suo nome a leggi di tutela (1089 e 1497 del 1939) invidiate da mezzo mondo, e oggi bestemmiate da una classe politico-imprenditoriale tanto arrogante quanto ignorante, e fondamentalmente irresponsabile. D’altra parte il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare, e il don (Ab)Bondi dei nostri tristi giorni di questa classe è paradigma esemplare. Il paragone con Bottai è improponibile, ma rende l’idea. Neanche dopo essere stato umiliato dal suo collega Tremonti (“con la cultura non si mangia”, altro bel paradigma dello Zeitgeist italiota di oggi), ha avuto l’orgoglio di un soprassalto di dignità. Se davvero Bondi ha a cuore la cultura patria, non può rimanere un minuto di più in un governo che ha cominciato a calpestarla dal giorno dell’insediamento. E che, soprattutto, quando parla di cultura non sa di cosa parla."
"Le nozioni di bene e patrimonio culturale alludono alla ricchezza condivisa che nutre sensi, menti, anime e cuori ben prima dei portafogli, ed è questa ricchezza che la politica dovrebbe preservare e coltivare. Per questo trovo che l’espressione “bene culturale” sia pregna e nobile, tanto più che la sua storia è assai gloriosa. La prima volta che la si adopera in una convenzione internazionale, nel 1954, è in
rapporto ai beni da proteggere in caso di conflitto armato, e già questa circostanza dovrebbe farci riflettere, come avrebbe detto Marc Bloch, dell’importanza della storia per la vita. Da noi già nel 1938 Giuseppe Bottai aveva scritto che quando una nazione entra in guerra, deve farlo anche con tutte le sue energie morali, e queste energie sono date anche dal suo patrimonio culturale. Un popolo che non sa difenderlo non può pensare di vincere una guerra, e in ogni caso rischia di non avere risorse reali per affrontare il dopoguerra. Un ministro fascista, ma di rimpianta grandezza. Che ha legato il suo nome a leggi di tutela (1089 e 1497 del 1939) invidiate da mezzo mondo, e oggi bestemmiate da una classe politico-imprenditoriale tanto arrogante quanto ignorante, e fondamentalmente irresponsabile. D’altra parte il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare, e il don (Ab)Bondi dei nostri tristi giorni di questa classe è paradigma esemplare. Il paragone con Bottai è improponibile, ma rende l’idea. Neanche dopo essere stato umiliato dal suo collega Tremonti (“con la cultura non si mangia”, altro bel paradigma dello Zeitgeist italiota di oggi), ha avuto l’orgoglio di un soprassalto di dignità. Se davvero Bondi ha a cuore la cultura patria, non può rimanere un minuto di più in un governo che ha cominciato a calpestarla dal giorno dell’insediamento. E che, soprattutto, quando parla di cultura non sa di cosa parla."
poeti
la fresca creatura a destra legge, sulla metropolitana 3, Donne, di Charles Bukowski. non l'ho letto, ma ogni volta che vedo il nome bukowski mi viene in mente una pagina del suo diario degli ultimi anni:
" Che cosa fanno gli scrittori quando non scrivono? Personalmente, io vado alle corse. Oppure, i primi tempi, morivo di fame o facevo lavori di merda.
Ormai sto alla larga dagli scrittori, o da chi si definisce tale. Ma dal 1970 fino al 1975 circa, quando decisi di starmene fermo in un posto a scrivere o morire, venivano a trovarmi molti scrittori, tutti poeti. POETI. Così scoprii una cosa curiosa: apparentemente nessuno di loro aveva mezzi di sostentamento. Se pubblicavano libri, non si vendevano. E se tenevano letture di poesie ci andavano in pochi, altri poeti, diciamo fra i quattro e i quattordici. Però vivevano tutti in case piuttosto belle e sembrava avessero un sacco di tempo da passare seduti sul mio divano a bere la mia birra. In città avevo fama di essere lo scatenato, di fare feste in cui succedevano cose innominabili con donne folli che ballavano e rompevano oggetti, oppure che buttavo la gente fuori di casa o che arrivava la polizia o eccetera eccetera. Era quasi tutto vero. Però per trovare i soldi per l'affitto e per l'alcol dovevo anche buttar giù qualche parola per il mio editore o per le riviste, e questo significa scrivere della prosa. Invece quei... poeti... scrivevano soltanto poesia... a me sembrava roba inconsistente e pretenziosa... ma loro tiravano avanti così, si vestivano in modo abbastanza elegante, in apparenza erano ben nutriti e tutti si concedevano quelle lunghe sedute sul mio divano e un sacco di tempo per parlare, della loro poesia e di se stessi. [...] Allora nella mia mente cominciò a farsi strada l'idea che dovevo sbarazzarmi di quegli insulsi vitelloni. E poco alla volta, uno a uno, scoprii il loro segreto. Quasi sempre dietro le quinte, ben nascosta, c'era la MADRE. Erano le madri a farsi carico di quei geni, a pagare l'affitto, la spesa e i vestiti".
Charles Bukowski, Il capitano è fuori a pranzo, Feltrinelli, Milano 2000
" Che cosa fanno gli scrittori quando non scrivono? Personalmente, io vado alle corse. Oppure, i primi tempi, morivo di fame o facevo lavori di merda.
Ormai sto alla larga dagli scrittori, o da chi si definisce tale. Ma dal 1970 fino al 1975 circa, quando decisi di starmene fermo in un posto a scrivere o morire, venivano a trovarmi molti scrittori, tutti poeti. POETI. Così scoprii una cosa curiosa: apparentemente nessuno di loro aveva mezzi di sostentamento. Se pubblicavano libri, non si vendevano. E se tenevano letture di poesie ci andavano in pochi, altri poeti, diciamo fra i quattro e i quattordici. Però vivevano tutti in case piuttosto belle e sembrava avessero un sacco di tempo da passare seduti sul mio divano a bere la mia birra. In città avevo fama di essere lo scatenato, di fare feste in cui succedevano cose innominabili con donne folli che ballavano e rompevano oggetti, oppure che buttavo la gente fuori di casa o che arrivava la polizia o eccetera eccetera. Era quasi tutto vero. Però per trovare i soldi per l'affitto e per l'alcol dovevo anche buttar giù qualche parola per il mio editore o per le riviste, e questo significa scrivere della prosa. Invece quei... poeti... scrivevano soltanto poesia... a me sembrava roba inconsistente e pretenziosa... ma loro tiravano avanti così, si vestivano in modo abbastanza elegante, in apparenza erano ben nutriti e tutti si concedevano quelle lunghe sedute sul mio divano e un sacco di tempo per parlare, della loro poesia e di se stessi. [...] Allora nella mia mente cominciò a farsi strada l'idea che dovevo sbarazzarmi di quegli insulsi vitelloni. E poco alla volta, uno a uno, scoprii il loro segreto. Quasi sempre dietro le quinte, ben nascosta, c'era la MADRE. Erano le madri a farsi carico di quei geni, a pagare l'affitto, la spesa e i vestiti".
Charles Bukowski, Il capitano è fuori a pranzo, Feltrinelli, Milano 2000
occupazioni
Formica gigante del Borneo |
oggi devo occuparmi di pablo (echaurren):
"...prima di scegliere l’arte come professione, Pablo ha seguito altre piste. Legge gli autori della beat generation, si fa crescere i capelli, corre in motocicletta e trascura gli studi, andando appena può al Piper Club, tempio della musica rock e pop. Impara a suonare il basso, acquistando coi risparmi prima un Hofner e poi un Fender e, con un gruppo di amici, forma un complessino dal nome vagamente acidulo, Lemons never forget, che si esibisce d’estate in qualche albergo o ristorante sulla spiaggia. Questa fase si conclude quando comincia a frequentare la casa di Gianfranco Baruchello, artista che pratica una pittura di pensiero e poesia, fatta di minuscole mappe dell’inconscio. Pablo ne è stimolato e improvvisamente decide di appendere il basso al chiodo per fare il pittore."
e dell'Adorazione dei magi di bonifacio de' pitati, detto bonifacio veronese:
"Va notata la solenne impaginazione spaziale, che squaderna allo sguardo dello spettatore un vasto paesaggio articolato intorno alla complessa ma inconclusa scatola architettonica in cui è collocata la Madonna con il Bambino, figura stranamente esile e piccola a confronto dei grandissimi magi. Proprio la disparità di alcune proporzioni, le soluzioni esageratamente manierate dei gesti, la fragilità complessiva della composizione confermano, accanto all’idea formulata dal maestro, il ruolo protagonistico di altre personalità."
e di john (whitmore):
"La necessità di cambiamento nella pratica degli affari non è mai stata così importante come oggi. Negli ultimi anni l’idea che la cultura tradizionale delle aziende debba cambiare ha iniziato ad essere sempre più accettata a livello teorico; di recente, però, al concetto di cambiamento si è aggiunta la chiosa “se si vuole sopravvivere”.
e del venice forum sugli investimenti a lungo termine:
" Ladies and gentlemen, we are going to have two very dense and interesting days of discussion. We move from a very firm conviction; that the issue of long-term investments is crucial for the future of the world economy and for the future of human wealth and civilization. A long-term policy vision necessarily involves a policy of strategic, public, private and public-private investments in infrastructures, energy, science, technology, human and social capital".
non ho molto tempo per partecipare al dibattito che ferve su facebook e altri luoghi relativamente al programma "vieni via con me".
lunedì 22 novembre 2010
de senectute
in attesa del tram numero 14 |
sul tram numero 5 |
domenica 21 novembre 2010
un libro a milano
dal 26 al 28 novembre avrà luogo a milano l'edizione 2010 del salone della piccola e media editoria indipendente. il tema di quest'anno è l'ecologia, con particolare attenzione all'acqua; il paese ospite è la slovacchia (non so se le cose siano collegate e se la slovacchia sia un luogo particolarmente ecologico). apprendo che quest'anno, oltre a quello dedicato ai libri, ci sarà uno spazio dedicato a pittura, scultura, fotografia. due cose mi auguro:
1. che quest'anno, rispetto allo scorso, l'allestimento sia più invitante e le luci meno funeree, in modo che la gente, invece di essere colta dal desiderio di fuggire a gambe levate, si senta invogliata a rimanere;
2. che per l'edizione del 2011 gli organizzatori cambino copywriter (dal sito: ... "E in più uno spazio dedicato alla pittura, fotografia, grafica e scultura. La mescolanza e la ricchezza delle opere sarà fonte di scambi creativi nelle diverse arti nonché ricchezza, fascino e opportunità per tutti i visitatori.") e strategie – nella sezione "perché visitare 'un libro a milano'" si legge, come prima motivazione, quella che segue: "Oltre 100 espositori provenienti da tutta Italia in 2000 mq di spazio espositivo nella cornice culturalmente più trend di Milano, Superstudio Più in Zona Tortona, nel quartiere della moda e del design di Milano."
per quello che mi riguarda, se i contenuti sono degni di interesse, mi accontento anche di una cornice leggermente meno trend.
1. che quest'anno, rispetto allo scorso, l'allestimento sia più invitante e le luci meno funeree, in modo che la gente, invece di essere colta dal desiderio di fuggire a gambe levate, si senta invogliata a rimanere;
2. che per l'edizione del 2011 gli organizzatori cambino copywriter (dal sito: ... "E in più uno spazio dedicato alla pittura, fotografia, grafica e scultura. La mescolanza e la ricchezza delle opere sarà fonte di scambi creativi nelle diverse arti nonché ricchezza, fascino e opportunità per tutti i visitatori.") e strategie – nella sezione "perché visitare 'un libro a milano'" si legge, come prima motivazione, quella che segue: "Oltre 100 espositori provenienti da tutta Italia in 2000 mq di spazio espositivo nella cornice culturalmente più trend di Milano, Superstudio Più in Zona Tortona, nel quartiere della moda e del design di Milano."
ecologica o meno, l'unica acqua che si possa bere. |
fino al 28 novembre
macchina per scrivere + santino di alda merini: si può vedere visitando la mostra su alda a cura del suo fotografo ufficiale, giuliano grittini, allo spazio oberdan fino al 28 novembre. con l'alda, si evince da una visita alla mostra, si sono fatti fotografare un po' tutti: forse però preferisco la coppia merini-malgioglio, con cristiano intimorito e adorante, a quei duetti pivano-de andré – indiscutibile il merito di fernanda, ma direi che abbiamo avuto abbastanza delle canzonacce rivendicative o patetiche, sempre piuttosto lagnose, di questo sopravvalutato cantore della giustizia sociale.
shakespeare for breakfast
mentre aspetto che i fiocchi d'avena si cuociano esamino pigramente la scatola e vedo che i quaker sono prodotti a fife, in scozia, luogo da cui proviene, mi ricordo in quell'attimo, macduff, uno dei thanes (nobili) del macbeth di shakespeare. allora vado a riprendermi il testo e, siccome è una giornata piovosa e cupa, comincio proprio dall'inizio:
PRIMA SCENA Una radura. Tuoni e lampi.
Entrano tre streghe.
PRIMA STREGA
Quando ci ritroveremo
Noi tre
In tuono lampo e pioggia?
SECONDA STREGA
Quando la barabuffa sarà finita
E la battaglia vinta e perduta.
TERZA STREGA
Sarà prima del calasole.
PRIMA STREGA
Dove il luogo?
SECONDA STREGA
Sulla landa.
TERZA STREGA
Là, incontro a Macbeth!
PRIMA STREGA
Eccomi, Grisobiso.
SECONDA STREGA
Chiama, la bòdda.
TERZA STREGA
Alé!
TUTTE
Bello è il brutto, il brutto è bello.
Via! Starnazzando per nebbie e miasmi.
Escono.
...
Macduff, il thane di Fife, ha appena trovato morto il re Duncan:
MACDUFF
Svegliatevi! Svegliatevi! Suonate la campana a martello. Assassinio e tradimento! Banquo e Donalbain! Malcolm! Svegliatevi! Scuotetevi da questo vostro sonno di bambagia, contraffazione della morte; e guardatela in faccia, la morte in persona! Su su a veder l'immagine del Giudizio finale. Malcolm, Banquo! Sorgete come fantasmi dai loro sepolcri e avanzate come ombre per intonarvi a questo orrore! Suonate a doppio la campana!
William Shakespeare, Macbeth, traduzione di Cesare Vico Lodovici, Einaudi, 1964.
dopo una colazione tanto succulenta è l'ora di uscire e, con il cuore ancora sanguinante per l'assenza – ormai da giugno, ormai definitiva – del mio amato tram numero due, mi reco alla metropolitana numero tre, sulla quale, appena salita, noto una ragazza sapientemente disheveled, con unghie decorate in una splendida nuance di verde, che legge proprio un Macbeth da passeggio, nella comoda edizione oscar classici, e tanto basta per confermarmi l'armonia segreta delle cose.
PRIMA SCENA Una radura. Tuoni e lampi.
Entrano tre streghe.
PRIMA STREGA
Quando ci ritroveremo
Noi tre
In tuono lampo e pioggia?
SECONDA STREGA
Quando la barabuffa sarà finita
E la battaglia vinta e perduta.
TERZA STREGA
Sarà prima del calasole.
PRIMA STREGA
Dove il luogo?
SECONDA STREGA
Sulla landa.
TERZA STREGA
Là, incontro a Macbeth!
PRIMA STREGA
Eccomi, Grisobiso.
SECONDA STREGA
Chiama, la bòdda.
TERZA STREGA
Alé!
TUTTE
Bello è il brutto, il brutto è bello.
Via! Starnazzando per nebbie e miasmi.
Escono.
...
Macduff, il thane di Fife, ha appena trovato morto il re Duncan:
MACDUFF
Svegliatevi! Svegliatevi! Suonate la campana a martello. Assassinio e tradimento! Banquo e Donalbain! Malcolm! Svegliatevi! Scuotetevi da questo vostro sonno di bambagia, contraffazione della morte; e guardatela in faccia, la morte in persona! Su su a veder l'immagine del Giudizio finale. Malcolm, Banquo! Sorgete come fantasmi dai loro sepolcri e avanzate come ombre per intonarvi a questo orrore! Suonate a doppio la campana!
William Shakespeare, Macbeth, traduzione di Cesare Vico Lodovici, Einaudi, 1964.
dopo una colazione tanto succulenta è l'ora di uscire e, con il cuore ancora sanguinante per l'assenza – ormai da giugno, ormai definitiva – del mio amato tram numero due, mi reco alla metropolitana numero tre, sulla quale, appena salita, noto una ragazza sapientemente disheveled, con unghie decorate in una splendida nuance di verde, che legge proprio un Macbeth da passeggio, nella comoda edizione oscar classici, e tanto basta per confermarmi l'armonia segreta delle cose.
giovedì 18 novembre 2010
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